Roma. Tiziano , il grande Tiziano ( 1485 ? Pieve di Cadore – 1576 Venezia ) , soggiornò a Roma per un brevissimo periodo , dall’autunno del 1545 alla primavera successiva. Invitato da papa Paolo III Farnese . E’ nel pieno della sua maturità artistica; corteggiato da tutti i potenti di Europa che ambiscono a farsi ritrarre; pittore prediletto dell’Imperatore Carlo V che la leggenda vuole inchinarsi per raccogliere i suoi pennelli. Superati ( forse ) i pregiudizi, alimentati dal maggior critico dell’epoca , Giorgio Vasari, che considerano l’arte veneta di un Bellini o di un Giorgione, splendida per colori, nell’atmosfera sfumata dei suoi paesaggi o nell’incarnato dorato delle Veneri sensuali, ma inadeguata per quanto riguarda la capacità compositiva affidata al disegno.
A quasi mezzo millennio di distanza, Tiziano ritorna trionfalmente a Roma , maestro ormai consacrato del Rinascimento, con una mostra alla Scuderie del Quirinale, in calendario dal 5 marzo al 15 giugno e a cura di Giovanni C .F. Villa.
Una mostra evento per almeno due motivi. Il primo: è da più di vent’anni , esattamente dal 1990 che non viene organizzata un’esposizione, non su un singolo aspetto dell’arte di Tiziano, ma sull’intero arco della sua attività espositiva. Il secondo motivo è la duplice coincidenza che vede il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano terminare il suo mandato, inaugurando questo omaggio a Tiziano, che, al contempo, rappresenta l ‘evento conclusivo della rivisitazione dei grandi maestri veneti, sempre alle Scuderie. In successione Giovanni Bellini ( 2008 -2009 ), Lorenzo Lotto ( 2011 ) e Tintoretto ( 2012 ) .
Esposte una quarantina di opere , poche se paragonate alla fertile produzione di Tiziano, grazie anche alla sua organizzatissima bottega, ma esemplari dei suoi diversi momenti creativi, per lo più scanditi in decenni e dei diversi soggetti iconografici. Dalla sensualissima Danae di Capodimonte, un capolavoro, ammettevano un po’ a denti stretti persino i seguaci di Michelangelo; ai soggetti religiosi come la “ Crocifissione “ dall’ Escorial o “ Il martirio di San Lorenzo “, un cupo notturno, squarciato dalle fiamme delle graticola, proveniente da Venezia. Il filone mitologico è rappresentato dallo “ Scorticamento di Marsia “ da Kromeriz, tra le ore più intensamente drammatiche dell’ultima maniera. Poi i ritratti : quello di Paolo III senza camauro, da Capodimonte , stupefacente rappresentazione di un vigore non piegato dalla tarda età (1543 ) e quello dell’Imperatore Carlo V con il cane dal Prado; insieme ai vari autoritratti , compreso l’ultimo , emozionante, dalla National Gallery di Londra, in cui Tiziano, ormai ottantenne, sembra consegnare il testimone al figlio Orazio e al nipote Marco.