di Nadia Redoglia
Gli è che nei giorni in cui andrebbe valutato severamente quanto ancora “convenga” al Paese cibar i porci con le evangeliche perle, il potere giudiziario (il solo al momento attivo, ché gli altri due sono ancora impegnati a definire il menù con le derrate alimentari a loro mani) ci sta avvertendo che nel 2006 il governo Prodi crollò per mano (zampino/zampone per riflessioni da porci) di parlamentare pagato con 3milioni. Vi paiono tanti? No se si considera che per ciascun voto comprato a urne aperte il “tariffario” sta tra i 50 e 100 euro a seconda del locale potere d’acquisto. Immaginiamoci dunque quanto può valere il cedere una poltrona già imbottita di voti tutti riuniti sotto il culo del parlamentare venditore che l’occupa. E l’acquirente? Per l’ennesima volta è indagato il parlamentare che, già pieno di miliardi raccolti in pochi anni vanta anche il primato per essere stato capo del nostro governo per più legislature. A oggi infatti, dopo circa 20 anni, non una legislatura ha lavorato per debellare il crimine legato a interessi conflittuali…
Se non fosse accaduta una porcata (altrimenti detta più seriamente colpo di stato) di questo genere, che futuro avrebbe avuto il nostro Paese negli anni a venire? Avremmo comunque dovuto subire l’umiliazione del mondo intero, lacrime, sangue, miseria e povertà da tecnicismo montiano e forneriano per ritrovarci comunque a stare come oggi stiamo? Non possiamo saperlo.
Ciò che però sappiamo con certezza OGGI è che quel (supposto) acquirente è ancora oggetto d’elevatissima considerazione da parte d’insospettabili: c’è chi lo vorrebbe come alleato per formare con lui non un governo, ma addirittura un governissimo!