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Giornalista Rai minacciata racconta: “Ho temuto di trovare qualcuno sotto casa”

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di Rossella Ricchiuti*
www.ossigenoinformazione.it “Confesso che quando ho letto in quel post su Facebook che Diego Righini aveva intenzione di aspettarmi sotto casa mi sono preoccupata”. Con queste parole Monica Raucci, giornalista precaria, descrive la sua reazione alle minacce ricevute dal candidato alla Camera per il MIR (Moderati in rivoluzione) dopo la puntata di venerdì 15 febbraio del programma L’ultima parola in onda su Rai Due.

“Il mio servizio fa vedere come si è svolta una cena elettorale organizzata in suo onore. Quel servizio – racconta Monica – non è proprio piaciuto al signor Righini. Mi dispiace, ma sono sicura di averlo realizzato correttamente e con professionalità. Se quel candidato si è sentito danneggiato o offeso avrebbe potuto protestare o, alla peggio, querelarmi. Invece ha reagito in modo minaccioso, inammissibile, pubblicando un post sulla sua pagina personale di Facebook e su quella del suo Movimento del Lazio. Ha formulato insulti e minacce e ha allegato una mia foto e il mio numero di cellulare. Questo mi ha fatto preoccupare”, racconta Monica.

La giornalista ha percepito un tentativo di additarla a gente che sarebbe potuta andare per le spicce e per questo ha deciso di denunciarlo per violazione della privacy.

Nel post, la giornalista è definita una faziosa “di sinistra” e accusata in modo allusivo di “compiacere Bersani e Monti”. Dopo la pubblicazione di quel post Monica ha ricevuto varie telefonate da sconosciuti non identificabili, alle quali non ha risposto. “Non avendo accettato le chiamate non so dire chi mi ha chiamato – racconta -, ma credo proprio che fosse gente male intenzionata. Fortunatamente quelle chiamate sono cessate nella stessa giornata di sabato. In passato mi era già capitato di ricevere su Facebook dei commenti negativi, ma non mi era mai successo di essere insultata e minacciata”.

La tutela legale. Monica è una precaria della Rai. Si è subito rivolta al suo avvocato di fiducia che le ha consigliato di denunciare il fatto. Non ha nemmeno provato a chiedere assistenza legale alla RAI. “Non so se esista una tutela legale per il singolo giornalista minacciato”, dice. Un fatto che la riguarda poiché Righini ha annunciato a sua  volta di avere querelato la giornalista e gli autori del programma che gli ha fatto fare brutta figura. ”Per quanto riguarda questa  querela, pur essendo precaria, credo che l’assistenza legale della RAi mi spetti”, aggiunge Monica.

La denuncia. Non è stato facile denunciare subito il caso. “La sera di sabato 16 febbraio, accompagnata dal mio avvocato ho fatto il giro di tre commissariati di Roma senza riuscire a presentare la denuncia. Tutti mi hanno detto che non potevano ricevere la mia denuncia per carenza di personale”, racconta. “Così la mattina successiva sono andata a un quarto commissariato. Quando mi sono sentita ripetere ancora una volta che non potevano accettare la denuncia, per lo stesso motivo del giorno prima, ho risposto per le rime: se non l’avessero fatto, ho detto,  li avrei denunciati per omissione di atti d’ufficio. A quel punto mi hanno fatto parlare con un funzionario che ha verbalizzato il mio esposto”, spiega.

Solidarietà. Monica è una giornalista apprezzata per il suo piglio, per i suoi servizi irriverenti e ironici. Molti colleghi le hanno manifestato  solidarietà. “Io non ho fatto molto passaparola, ma la notizia ha girato subito sul web”, racconta. “Ho scritto sulla mia pagina Facebook cosa mi era capitato e ho subito ricevuto molti messaggi di solidarietà. Alcune testate hanno scritto articoli per raccontare il fatto, l’Usigrai ha emesso un comunicato, Ossigeno mi ha manifestato vicinanza. Questo mi ha fatto sentire meglio”.

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