C’è chi voterà per dare stabilità al paese e qualche chance di ripresa economica; c’è invece chi preferirà esprimere tutto il suo malessere contro “la casta”, quella classe politica che ci ha condotto fin qui alla crisi economica, con maggiori o minori responsabilità; infine, c’è chi “non intende sporcarsi le mani”, che non si recherà alle urne, perché “disgustato” dal Ventennio berlusconiano, amareggiato da una sinistra incapace di “fare squadra” quando governava, depresso moralmente, economicamente e fiaccato nello spirito civile.
A quest’ultimi andrebbe spiegato il senso civico della partecipazione democratica anche quando “le cose si mettono male” per tutti coloro che non contano, ossia il 99% della popolazione, come gridano gli “Indignati” di tutto il mondo. Che comunque il voto è l’unica arma pacifica per cercare di cambiare lo stato delle cose; che in democrazia purtroppo si vota molto spesso “per il meno peggio”, per il più vicino al nostro sentire e agli interessi meno corporativi. Ma una crisi così lunga e drammatica come quella che stiamo vivendo dal 2008, una crisi di tutto il sistema capitalistico occidentale, senza sbocchi all’orizzonte, ha davvero esaurito le parole per convincere i “riottosi” a votare e prosciugato la voce a quanti, pochi in verità, hanno cercato di parlare con pacatezza e con “la voce del popolo” di questa realtà.
Purtroppo la sinistra, tradizionale o meno, è rimasta ancora una volta “afona” e “sorda”, non ha saputo proporre una visione della società e del mondo veramente alternativa al sistema neo-capitalistico e iper-liberista che sta facendo sprofondare. La campagna elettorale a livello mediativo è stata per l’opinione pubblica come un “molto rumore per nulla”: i vari leader si sono contrapposti con battute sempre più cabarettistiche e con slogan da venditori di piazza.
Nel frattempo, invece, Grillo riempiva le piazze con i suoi “spettacoli politici”: ai suoi sostenitori ha saputo parlare con la stessa lingua, usando gli argomenti che volevano sentire, proponendo ricette e soluzioni fuori dagli schemi. Proposte giudicate prontamente dai media nazionali come impraticabili, demagogiche, “senza copertura finanziaria”, per poi dare spazio nei giorni seguenti alle stesse proposte, una volta che però venivano comunicate dai leader delle formazioni “tradizionali: ritenute congrue, comunque degne di essere prese in considerazione, commentate anche da autorevoli editorialisti. Visionario Grillo o gli altri?
Il comizio di San Giovanni, a Roma, a chiusura della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle, ha dimostrato che la gente (850 mila persone presenti!), intesa come coacervo interclassista, interessata a una proposta politica di rottura, ha accettato il “messaggio” di Grillo. La sua sfida è stata metabolizzata da un elettorato vasto, formatosi sulla RETE e poi concretizzatosi sulle piazze italiane. Il “Virtuale” si è fatto “Reale”! E il detto di un tempo, “piazze piene, urne vuote”, suona stonato stavolta, perché oggi è propriola RETEche muove gli individui a cercare strade d’impegno e di comunanza con gli altri.
E’la RETEche sta “proletarizzando” le varie classi sociali, senza più distinzione di livelli di scolarizzazione, cultura e condizioni economiche. E Grillo ha intercettato tutto questo. Da comico di alto livello ha dimostrato come il linguaggio della critica, attraverso i codici universali della satira, possa penetrare nelle coscienze e far crescere un senso di identità politica trasversale, interclassista, fuori dagli steccati tradizionali storici di destra, sinistra e centro, fascismo e antifascismo, uomo o donna, eterosessuale o gay. Lo spettacolo si è fatto politica.
Certo non mancano in Grillo e i “Grillini” segnali inquietanti di ostracismo, di violenza verbale, di voglia di rivalsa verso alcuni settori della società, in special modo i giornalisti ela TV, conla RAIin testa (ma perché SKY del magnate monopolista, conservatore, Murdoch, accusato in Inghilterra di aver utilizzato intercettazioni telefoniche illegali e condizionato le forze politiche, dovrebbe essere la più “affidabile” in Italia?). C’è insomma il rischio che questo movimento nella sua furia iconoclasta di cambiare il nostro paese e abbattere il sistema di potere corrotto getti via “l’acqua sporca con il bambino”, anziché analizzare, distinguere, accettare i giudizi altrui, auto-criticarsi, creare alleanze. Ma purtroppo i movimenti “rivoluzionari” portano con sé sempre una dote di intolleranza, di demagogia e di animosa identità con il “Capo”.
Quest’ultimo è l’aspetto più pericoloso che neppurela RETE, i social network, sono riusciti finora a scongiurare. A questo proposito è piuttosto significativo il filmato sul nuovo mondo “GAIA” (qui in allegato) postato su Youtube qualche anno fa dal più stretto collaboratore di Grillo, Gianroberto Casaleggio, scarsamente analizzato dai media. Il mondo di Gaia che vi si propone, attraverso la vittoria del movimento dei “grillini” nel mondo è davvero angosciante e “a una dimensione” come direbbe il filosofo marxista Herbert Marcuse. Ci si batte contro la società alla Orwell per finire in un’altra società ancor più “orwelliana” dell’attuale!
Grillo e i suoi sostenitori non sono dei “futuristi”, sono solo l’espressione del grande malessere e disorientamento che covano sotto le braci di un paese in fiamme e in fuga dalla sua storia. Non è neppure una malattia che si può curare come fosse un rigurgito “fascistoide”. E’ semmai il sintomo anarcoide, comela RETE, della voglia di cambiare senza regole, senza ideologie e, purtroppo, senza la “memoria storica”. Al momento è impossibile pronosticare chi vincerà e con quale scarto, quale sarà il livello di astensione e quanti voti Grillo raccoglierà tracimando elettori da destra a sinistra. Soprattutto, se la sorpresa finale sarà la caduta verticale dei consensi al Mago di Arcore, prevedibile secondo i sondaggi esteri, ma non del tutto preconizzata dai maggiori istituti demoscopici italiani. Ma certo l’entrata in campo del comico genovese con il suo “popolo del WEB” sarà l’elemento più destabilizzante e rivoluzionario nel panorama della crisi economica e sociale di questo Occidente in pieno declino.
E il futuro per l’Italia, anche con una maggioranza parlamentare chiara, resterà comunque zeppo di incognite e inquietudini,
Video correlato: http://www.youtube.com/watch?v=JodFiwBlsYs