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Metti un pomeriggio passato a parlare di legalità di impegno civile contro la mafia e le illegalità, tenuto insieme da un gruppo di donne e tra queste la nipote del giudice Paolo Borsellino, Roberta Gatani, ospite dell’Anpi di Latina per presentare il suo libro “Cinquantasette giorni“, un diario che ripercorre il breve lasso di tempo trascorso tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio. Un tempo cristallizzato nella narrazione quotidiana nella quale l’autrice, all’epoca, si è trovata senza comprendere fino in fondo ciò che era successo e che stava succedendo. Una consapevolezza arrivata dopo, a partire da quel tragico 19 luglio del 1992. Oggi Roberta Gatani è una donna impegnata a portare avanti il messaggio di legalità, dignità e impegno che sempre accompagna i familiari delle vittime innocenti di mafia. E’ una volontaria della “Casa di Paolo”, dove i bambini di un quartiere difficile vengono aiutati a trovare una strada, a terminare gli studi almeno della scuola primaria e accoglie ogni giorno decine di volontari che accettano di far parte di questo straordinario percorso di impegno morale e civile, come testimoniato dalla moderatrice, Sara Cinquegranelli. All’incontro, presentato dalla responsabile della sezione Anpi di Latina, Maria Concetta Checchini, ha preso parte Graziella Di Mambro, responsabile legalità di Articolo 21, che ha dato il patrocinio morale all’iniziativa, e la presidente provinciale dell’Anpi, Teresa Pampena che fa tatto un appassionato intervento sul valore attuale della Costituzione in un tempo in cui si cerca a tutti i costi di riscrivere la Storia. Al termine dell’incontro Martina Mayol, responsabile della Rete degli Studenti Medi ha chiesto un minuto di rumore per le ultime due ragazze uccise ed ha ricordato quanto ancora ci sia da fare per limitare il numero dei femminicidi in Italia.