80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Vietato criticare il presidente Trump

0 0

È passata come una notizia tra le altre, messa lì sul tavolo delle cronache dagli Stati Uniti per essere digerita in fretta; come pretende la logica di una comunicazione che fa dell’abbondanza di notizie un metodo per far passare tutto senza scuotere le coscienze. L’abitudine al paradosso. Non abituarsi, al contrario, al paradosso che mina le basi della democrazia è una sorta di moderna resistenza.

L’ultima notizia è di oggi: si spegne la Voice of America, la radio nata contro la propaganda nazista. Trump toglie i fondi, caccia i dipendenti via mail e minaccia altri bavagli. “Parlare male di me, è illegale” tuona il tycoon diventato Presidente degli Stati Uniti. La minaccia è stata lanciata qualche giorno fa ed era rivolta a tutti i media statunitensi. Oggi è diventata un atto reale, concreto. Per ora contro una radio.

Dunque, un Presidente democraticamente eletto sogna di dichiarare per legge illegali tutti quegli organi di informazione che “pretendano” di esercitare il pensiero critico. Di esercitare cioè, la libertà di pensiero e quindi praticare la libertà di stampa, pilastro fondamentale di ogni autentica democrazia. La dirompente minaccia arriva dal paese del *Watergate*, quella pagina della storia della libera informazione che meglio e più di altre aveva illustrato, all’epoca, la necessità di un giornalismo d’inchiesta autorevole, libero, indipendente. Una necessità sulla quale si cementa la stessa libertà di ogni cittadina e di ogni cittadino.

Vietato criticare il Presidente. Questa è l’idea che ha Trump della libertà di informazione. Direi meglio: questa è l’idea che ha Trump della democrazia. Una deriva inimmaginabile nel paese al quale in molti, e non sempre con motivate ragioni, avevano guardato ad un esempio della pratica della democrazia liberale.

Ciò che sta avvenendo negli Usa è un monito potente per tutti coloro che pensavano, e pensano, che la democrazia sia per sempre. Non è così. Da Capitol Hill ad oggi si è creata una tangibile minaccia negli Usa al sistema che sembrava impossibile da erodere. Una democrazia, anche attraverso l’esercizio di un voto democratico, può consentire a chi democratico non è di minarne le basi costitutive per avviarne la trasformazione in direzione di un regime autoritario e illiberale. Perché la forza della democrazia è nella sua immensa fragilità, una fragilità che va difesa ogni ora, ogni giorno, ogni mese. Da ciascuno di noi.

Anche in Europa si corrono seri rischi. Anche in Italia. Le querele bavaglio, gli attacchi ai giornalisti, l’aspirazione a tacitare i più scomodi, ad intercettarli illegalmente, a spegnere voci è più di un grave segnale; è più di un semplice paradosso. È un progetto che punta a restringere gli spazi democratici.

 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21