di Marianne Schnall, WMC*
Il 14 febbraio, 15.esimo anniversario del V-Day lanciato da Eve Ensler nel 1997 per fermare la violenza contro donne e ragazze, è il giorno della nuova protesta globale contro la violenza.
“Alzati, Danza” è lo slogan lanciato da Eve per questa nuova sfida che conta di portare sulle strade del mondo almeno un miliardo di persone, donne e uomini.
“Quante sono, secondo le stime dell’ONU, le donne che nel corso della propria vita subiscono una violenza sessuale o sono picchiate, una su tre della popolazione mondiale”, dice Eve Ensler, in questa intervista realizzata da Marianne Schnall, del Women’s Media Center, nella rete con witc, che racconta gli obiettivi, spiega perchè è importante esserci, e fa il punto del futuro dell’azione globale.
“Portiamo il dolore al potere. Un altro mondo è possibile.”. nella foto, il badge di One Billion Rising
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http://obritalia.livejournal.com/11632.html
altre info su http://www.vday.org/home
http://onebillionrising.org/
Il 14 febbraio, il V-Day di Eve Ensler chiede a “un miliardo di donne e coloro che le amano” di alzarsi e uscire in strada a danzare contro la violenza sulle donne.
Ero in camera, 15 anni fa, quando Eve, attivista e drammaturga, annunciò la sua intenzione di utilizzare i ricavi del suo lavoro, “I monologhi della vagina”, come veicolo per raccogliere fondi, e come strumento di sensibilizzazione per fermare la violenza contro le donne.
Quella notte, nacque V-Day, iniziativa globale per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze.
Quindici anni dopo, alcuni attacchi estremi hanno di nuovo posto il problema sotto i riflettori nazionali e internazionali, e nel cuore e nella mente delle persone: (parlo di) storie come quella di Malala Yousafzai, la ragazza di 14 anni, colpita alla testa in Pakistan per aver sostenuto l’istruzione femminile, o quella della studentessa di 16 anni di Steubenville, Ohio, ripetutamente violentata da da un gruppo di compagni della squadra di football del liceo presumibilmente drogati che si trascinavano da una festa all’altra, o lo stupro di gruppo terribile e selvaggio e l’uccisione della giovane studentessa di medicina su un bus a Delhi, in India, che ha scatenato una protesta di massa.
Sono solo una percentuale minuscola delle violenze impensabili che si svolgono ogni giorno in tutto il mondo contro le donne e le ragazze. In numeri così allarmanti, dice Eve Ensler, da motivare una nuova campagna V-Day per un’azione globale.
La campagna si concluderà il 14 febbraio 2013, giorno in cui V-Day “invita un miliardo di donne e coloro che le amano ad alzarsi, uscire, danzare, e fermare la violenza contro le donne.”.
“Quando abbiamo iniziato V-Day”, spiega Ensler, “la nostra idea era di arrivare presto alla conclusione. Non pensavamo che saremmo stati qui, quindici anni dopo, andavamo a mettere fine alla violenza. Invece siamo ancora qui e la violenza accade, dappertutto. Quindi abbiamo cominciato a chiederci : come possiamo implementare quello che stiamo facendo? Come faremo a passare al livello successivo di risultato? “.
Una statistica, aggiunge, “mi perseguitava da anni”. La stima sconcertante delle Nazioni unite sul fatto che una donna su tre del pianeta sarà violentata o picchiata nel corso della sua vita.
“Ho cominciato a fare i conti”. Con una popolazione mondiale di sette miliardi di persone, “ mi sono resa conto che sono più di un miliardo di donne del pianeta violentate o picchiate. E’ semplicemente folle.”.
Cosi Eve ha iniziato a pensare: “E se lanciassimo un appello ad un miliardo di donne e a quelli che le amano per uscire dal lavoro, da casa e da scuola e fare tutte insieme a gruppi un’azione globale di danza di protesta?”.
“Ci siamo lanciate”, aggiunge, spiegando che un elemento fondamentale per la riuscita di un miliardo di azioni non poteva che essere il coordinamento con i gruppi che si occupano da anni attivamente della questione, formando sui territori coalizioni e alleanze. Ad oggi, sono in programma un miliardo di eventi in 193 paesi, ed il numero è in aumento.
Tra le migliaia di partecipanti e le 13.000 organizzazioni di tutto il mondo che hanno già dato la loro adesione ci sono MTV, Amnesty International USA, Sonke Gender Justice Network, International Rescue Committee, la Lobby europea delle donne, l’AFL-CIO, attori e attrici come Jane Fonda, Dawson, Thandie Newton, Charlize Theron e Kerry Washington, insieme a personalità conosciute come Yoko Ono, Jessica Alba, Anne Hathaway, Donna Karan, Jennifer Lawrence, Dylan McDermott, e Robert Redford.
La cosa più emozionante? ”Renderci conto ogni giorno di più di come cresceva la risposta”, registrare la progressiva adesione “di migliaia e migliaia di gruppi, artisti e celebrità, attivisti, parlamentari. E’ fantastico vedere tutto quello che sta succedendo”.
Con quale speranza? Che l’unione tra le diverse comunità di tutto il mondo ci aiuti a capire “l’universalità della violenza contro le donne, per vedere che non si basa sulla cultura, il clan, il paese o la religione, ma sul patriarcato. E ‘la metodologia che tiene il patriarcato al suo posto, non importa in quale paese ci troviamo.”.
In un tour multi-continentale per far conoscere la campagna One Billion Rising, Eve Ensler ha toccato Australia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Croazia, Serbia, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Guatemala, Perù, Messico, e Filippine.
Nelle scorse settimane d gennaio, è stata a Trivandrum, Mumbai e Delhi, in India, e a Dhaka, in Bangladesh. Il suo tour dell’India è coinciso con la protesta di centinaia di migliaia di indiani e indiane contro lo stupro di gruppo e l’omicidio della studentessa di 23 anni di Delhi, e l’aumento esponenziale dei crimini contro le donne in una cultura dell’impunità. Ensler ha incontrato donne e gruppi di attivisti, ha partecipato a veglie e dimostrazioni e ha parlato, insieme ad insigni personalità indiane, su come utilizzare l’ indignazione suscitata da questo caso per affrontare e combattere l’epidemia di stupro e di violenza che affligge il paese.
A febbraio, Eve Ensler sarà a Parigi, Bruxelles e Londra, poi a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove lo stupro viene utilizzato come arma di guerra. Il Congo è anche il paese dove V-Day ha aperto “La città della Gioia””, un centro dove si curano le sopravvissute aiutandole a sviluppare la loro voglia di vita e le capacità di leadership. Portiamo “il dolore al potere”, dice.
Ma perchè proprio la danza come strumento della campagna? “Perchè la danza è tutto. Quando si balla si prende spazio, si è autentici. Si è nel proprio corpo. Si esprime sensualità. Si rompono le regole. Si è vivi. Perchè ballare è una esperienza comune.”.
Sento in particolare la danza delle donne del Congo, spiega ancora Eve. “Quando le vedo danzare, mi pare come se tutto fosse possibile. Trasformano il dolore in potere. Ho visto donne che hanno subito le peggiori atrocità, le peggiori, ma quando ballano entrano in un’altra energia. Entrano in un altro vigore. Non importa in quale parte del pianeta sei, tutti possiamo fare parte del miliardo in aumento”.
Puoi ballare semplicemente nel tuo giardino oppure organizzare un ballo per migliaia di persone in piazza. Ma coinvolgersi significa stare nel miliardo che aumenta, e darci noi una possibilità di cambiare il paradigma per capire che un altro mondo è possibile.
tratto da http://www.womeninthecity.it