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Addio al fotografo Basilico, interprete attento delle trasformazioni della vita urbana

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Con Gabriele Basilico, deceduto, oggi, all’età di 68 anni, scompare non solo uno dei protagonisti della fotografia internazionale, ma anche un sensibile sismografo della modernità e un acuto testimone, non retorico, apparentemente imparziale, di grandi tragedie.  Basilico, infatti, con la sua fotografia, rigorosa nel suo prevalente ricorso al bianco e nero, è stato, in questo mezzo secolo, uno degli interpreti più attenti delle trasformazioni della vita urbana. A cominciare dalla sua città natale, Milano, documentata in vari momenti storici e anche negli aspetti più desueti degli ambienti periferici e degli spazi, sempre in mutamento, dell’archeologia industriale. Ed ancora Napoli, Roma, Berlino e Buenos Aires.
E’ del 1991 il reportage su Beirut, appena uscita dalla sanguinosa guerra civile. Case devastate dallo sventramento delle bombe; strade dissestate; automobili bruciate e abbandonate nelle vie deserte. La quasi totale assenza della figura umana. In un silenzio di morte che rimanda alla celebre frase di Tucidide: “Hanno fatto il deserto e la chiamano pace”.


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