La sua lettera, scritta prima di Natale e letta all’assemblea di Articolo 21, è diventata vitale. Il professor Giancarlo Burghi, docente di storia e filosofia del liceo Tasso, non si tira indietro. Spiega in quest’intervista le ragioni della sua contrarietà alle Linee guida presentate dal ministro Valditara e rilancia la sua battaglia in nome della scuola della Costituzione, alla vigilia dell’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz e della liberazione del nostro Paese dal nazi-fascismo.
Educazione civica, passione per il bene comune, attenzione al prossimo, cura, impegno costante in difesa dei valori fondanti del nostro stare insieme: questa è la ricetta del professor Burghi, un uomo di trincea, un “democratico sempre in allarme”, per dirla con Calamandrei, e un protagonista del nostro tempo.
“Non sono io – ci dice – ma la Costituzione a sedurre i giovani. Perché la Costituzione è, a sua volta, giovane, più attuale che mai, un punto di riferimento imprescindibile, comunque la si pensi a livello politico. Questo perché la Resistenza non è né di destra né di sinistra: è di tutte e tutti, di una collettività che seppe rimettersi in cammino dopo vent’anni di orrore”.
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