La Corte d’Assise d’Appello di Bologna – presidente Alberto Pederiali – l’8 luglio 2024 aveva confermato l’ergastolo a Paolo Bellini quale appartenente al commando di terroristi neri che misero, il 2 agosto 1980, la bomba alla stazione di Bologna. Nella strage morirono 85 persone e i feriti furono 216. Oggi si possono leggere le motivazioni. Scrivono i giudici nelle 420 pagine: “Il giudizio di colpevolezza di Paolo Bellini deve essere confermato non essendoci dubbio alcuno sulla sua partecipazione alla strage di Bologna”. Si evince non una generica partecipazione ma il ruolo del terrorista di Avanguardia nazionale è ben preciso: “era finalizzato o a trasportare, consegnare e collocare quanto meno parte dell’esplosivo”. “Nella piena consapevolezza” che la bomba sarebbe stata collocata nella sala d’aspetto di seconda classe. In sintesi i giudici sostengono che l’apporto di Bellini è stato, non solo agevolativo per la strage, ma addirittura determinante e essenziale per la realizzazione. Il commando neofascista era composto da Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini, condannati definitivamente, Gilberto Cavallini e Paolo Bellini condannati all’ergastolo in secondo grado, con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi finanziatori e organizzatori dell’attentato. Per quanto riguarda la tesi di Bellini di non essere presente a Bologna all’ora dello scoppio della bomba, sostenendo che si trovava a Rimini con la famiglia, ricostruzione sempre smentita nei procedimenti i giudici hanno così scritto nelle motivazioni: “Non si è in presenza di un alibi semplicemente fallito ma di un alibi appositamente preordinato e apparentemente solidissimo e granitico in quanto egli, diverse ore prima della strage, si è fatto consegnare da terze persone lontane da Bologna una bambina (la nipote) con la quale si è fatto poi vedere da altre persone dopo la strage ancora lontano da Bologna”. La falsità dell’alibi è dimostrato “per una circostanza assolutamente fortuita e imprevedibile (…) in un video girato da un turista straniero”. Un Super 8 girato da Harald Polzer dove risulta “senza ombra di dubbio, che l’anonimo ritenuto essere Paolo Bellini, è stato ripreso da Polzer da bordo del treno pochi minuti dopo l’esplosione e comunque sicuramente diverso tempo prima delle 11,05 ovvero prima che le carrozze non danneggiate dall’esplosione, venissero rimosse anche per consentire i soccorsi”. L’esplosione della bomba avvenne alle ore 10,25. A proposito dei mandanti i giudici scrivono: “Senza ombra di dubbio Licio Gelli è il consapevole finanziatore della strage e tale circostanza spiega il movente dell’attività calunniosa e depistatoria da lui posta in essere, unitamente ad alti funzionari di Stato”. Per quanto riguarda i soldi che Gelli ha dato ai Nar: “E’ provato che pochi giorni prima della strage di Bologna Marco Ceruti, factotum di Gelli e anche quest’ultimo si trovassero a Roma laddove vi erano due degli esecutori materiali del grave crimine, con la conseguenza che uno di questi giorni (il 30 o il 31 luglio) è stato possibile consegnare al Fioravanti e Mambro (o a un loro emissario) il compenso in denaro pattuito per la strage”. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime ha dichiarato: “I processi sulla strage hanno smascherato tutto il retroscena, in gran parte analogo a tante altre stragi del Paese. Ora bisognerà capire se ci sarà la volontà, anche politica, di andare avanti e continuare a cercare la verità per tutte le stragi”.