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La visita di Meloni a Trump è stata un atto di sottomissione

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La visita di Meloni a Trump è stata un atto di sottomissione. Lo si vede dalla forma e dai contenuti. Per la forma, colpiscono le immagini di Trump che lascia la nostra Premier sola, dandole le spalle per salutare senza fretta i suoi fan, con un gesto di grave scortesia protocollare, che si attua solo per evidenziare l’inferiorità dell’ospite. Il vassallaggio è continuato con l’imposizione alla Meloni della visione del documentario autocelebrativo (2 ore). Nei contenuti, la Meloni ha accettato per l’Italia una pesante cessione di sovranità, sottoscrivendo l’accordo di gestione del nostro sistema di massima sicurezza civile e militare, a favore della rete satellitare Starlink, di proprietà di un miliardario squilibrato (Musk). Così, le nostre comunicazioni vitali saranno criptate per tutti, meno che per gli USA. Infine, la Meloni ha dovuto deglutire il velenoso complimento antieuropeo di Trump (‘’Ha davvero preso d’assalto l’Europa’’), che le creerà diffidenza tra i suoi omologhi nella UE.

Insomma, il bilancio di questo viaggio è pessimo. E tutto fa pensare che la ricerca di una soluzione per la giornalista Sala sia soltanto l’obiettivo collaterale per coprire quello primario: creare un legame privilegiato – e scorsoio – tra Meloni e Trump. La nostra Premier si impegna, ma purtroppo non ha la preparazione necessaria per capire ciò che giova all’Italia.

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