Il neofascista filoputiniano Maurizio Murelli, già condannato per concorso morale nell’omicidio dell’agente Marino nel 1973, sarà davanti al giudice a gennaio per gli attacchi al giornalista di Repubblica, Paolo Berizzi, già sottoscorta per le minacce di morte ricebiute dai neonazisti per le sue inchieste sui legami tra le curve del calcio e i neofascisti. Tra le altre, Murelli aveva affermato: “Vuoi la guerra con me? Facciamola”. E poi insulti a non finire: vigliacco, mammola, squallido, pennivendolo che scrive a gettone, vile. Vista la frequenza con la quale utilizza “tragicatore”, ovvero colui che crea tragedie, pare sia questa l’offesa che piace di più a Maurizio Murelli, 70 anni, militante neofascista degli anni ’70, condannato a 18 anni di reclusione per il concorso morale nell’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino, morto durante la manifestazione nera a Milano del 12 aprile. E ora tornato (quasi impunemente) in auge. Articolo 21 sarà accanto a Paolo Berizzi nel processo per le minacce e gli insulti perché offendere un giornalista equivale ad offendere la libertà di espressione in Italia, così scomoda per i fascisti e per chi odia la Costituzione.