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Università: 122 società scientifiche dicono basta ai tagli alle risorse

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Sono 122 le Società scientifiche che hanno promosso il documento contro la riduzione delle risorse all’università che  presenteranno in sede CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane).
La legge di bilancio per il 2025 presentata dal Governo Meloni introduce rilevanti riduzioni della spesa per l’università e la ricerca. Il bilancio del Ministero dell’Università e della Ricerca sarà tagliato di 247 milioni di euro nel 2025, di 239 milioni nel 2026 e di 216 milioni nel 2027. Tagli di oltre 700 milioni in un triennio farebbero arretrare il sistema dell’università e della ricerca pubblica, aggravando il ritardo dell’Italia nei confronti dei maggiori paesi europei. Di fronte ai tagli e alle misure introdotte nel 2024, 122 Società scientifiche hanno sottoscritto il documento su ‘I rischi di ridimensionamento dell’università e della ricerca’, disponibile sul sito di Scienza in rete con le 122 adesioni ricevute.Lunedì 25 novembre 2024, ore 13.00-15.00 presso la sede della CRUI, Roma, Piazza Rondanini 48, le 122 Società scientifiche che hanno promosso il documento lo presentano e lo discutono con:
• Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI
• Mario Pianta, Presidente della Società Italiana di Economia
• Rocco De Nicola, Presidente del Gruppo 2003
• Maria Luisa Meneghetti, Accademia Nazionale dei Lincei, Commissione Università
• Luigi Ambrosio, già Coordinatore del Tavolo tecnico per la Strategia italiana in tema di ricerca fondamentale del MUR
Seguiranno interventi dei Presidenti delle società scientifiche, dei Rettori, dei membri del Consiglio Universitario Nazionale e di altri soggetti.

Coordina il dibattito Luca Carra, Direttore di Scienza in rete.
Per partecipare – sia in presenza che online – è necessaria la registrazione mediante il form disponibile al link: https://forms.office.com/e/i0L4f7RjBy.
Le riduzioni di spesa previste dalla legge di bilancio si aggiungono alle altre misure già realizzate dal governo:
• nel 2024 le risorse del Fondo di finanziamento ordinario sono state ridotte di 173 milioni, con tagli di fondi che
hanno colpito quasi tutte le università statali.
• nel 2024 non c’è stato lo stanziamento per finanziare l’adeguamento Istat degli stipendi per i docenti universitari (+4,8% a parziale recupero dell’inflazione), spingendo le università a coprire le maggiori spese con minori attività di reclutamento.
• la distribuzione delle risorse, attraverso i criteri adottati e i meccanismi premiali, alimenta maggiori disparità tra grandi atenei e università “periferiche”.
• sul fronte del reclutamento un disegno di legge del governo moltiplica le figure previste per i giovani ricercatori, aggravando le condizioni di precarietà, e facilita gli incarichi a docenti esterni.
• oggi circa il 40% di tutto il personale docente e di ricerca è costituito dagli oltre 20 mila assegnisti di ricerca e 9 mila ricercatori a tempo determinato di tipo A. Nei prossimi tre anni intorno al 10% dei professori ordinari e associati andrà in pensione. Anziché favorire nuovi concorsi, il governo ha limitato ora il rinnovo del turnover al 75% della spesa precedente.
• le facilitazioni offerte alle università telematiche private sollevano ulteriori preoccupazioni sul piano della qualità della formazione superiore.
Sono invitati i Rettori, i Presidenti delle società scientifiche, i membri del CUN, le associazioni e i sindacati del mondo dell’università e della ricerca, la stampa. I partecipanti in presenza sono ammessi fino alla capienza dei posti disponibili in sala. Il link per il video collegamento sarà inviato ai partecipanti registrati la mattina dell’incontro.
(nella foto studenti in assemblea a Pisa)

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