BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

In Iran la violenza contro le donne è sistematica

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Nella Repubblica Islamica la violenza contro le donne è una pratica quotidiana. Le donne sono vittime di ogni forma di violenza e non solo quella che avviene dentro le mura domestiche. La donne sono soggette a vari tipi di violenza, da quelle delle leggi fortemente discriminatorie, fino ad una violenza culturale ed ovviamente una violenza fisica denunciata più volte da centinaia di donne che per diverse ragioni si trovano in carcere.

Proprio alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Narges Mohammadi, Premio Nobel per la Pace che si trova da anni rinchiusa nel carcere di Evin, malgrado le precarie condizioni di salute, ha denunciato molestie sessuali contro le detenute politiche e le donne rinchiuse nelle carceri per reati comuni.

Le leggi discriminatorie, permettono ai mariti, padri e fratelli di uccidere in nome di un presunto “onore” le donne che rivendicano la propria libertà. Leggi che vengono presentate come “uno strumento in difesa della famiglia”. Molti giudici, quando le donne si rivolgono a loro per denunciare maltrattamenti subiti nelle mura domestiche, non danno corso alla denuncia, invitando la  donna a “sottomettersi” alle richieste del congiunto. Secondo le leggi in vigore nella Repubblica Islamica, la donna sposata in basse a un concetto religioso conosciuto come “Tsmkin” deve sottomettersi in ogni occasione ai desideri sessuali del marito. Rifiutarlo costituisce un motivo valido per essere ripudiata.

La violenza contro le donne nella Repubblica Islamica è totale. Basta uscire da casa senza l’hijab obbligatorio oppure non rispettarlo nei minimi dettagli per essere oggetto di violenza. Due casi recenti di questo tipo di violenza hanno avuto ripercussioni anche fuori dai confini del paese. Il primo è il caso di Ahoo Daryaei, una studentessa di Teheran che dopo essere molestata dagli agenti di sicurezza dell’università che le avevano strappato parte del suo vestito ha deciso di spogliarsi per protesta. E’ stata trascinata via con violenza, secondo come si vede nei video realizzati dagli altri studenti e ricoverata in seguito in un ospedale psichiatrico.

L’altro caso è quello di una ragazza senza hijab aggredita e molestata  per le strade di Teheran da un motociclista. Questa ragazza che si chiama Roshanak Molaie, è stata processata, mentre il molestatore continua ad essere libero. E non si tratta di casi solitari, ma è una pratica comune.

Un caso recente di femminicidio che ha fatto molto scalpore, è l’ uccisione di Mansoureh Ghaffari Javid, una giornalista dell’agenzia ufficiale iraniana IRNA da parte del marito avvocato. Secondo dati ufficiali si registrato ogni anno in Iran come minimo 120 casi di femminicidio, ma secondo Rezvaneh Moghaddam che dirige una campagna a favore delle donne, “in molti sai le famiglie per evitare lo scandalo non denunciano questi omicidi, soprattutto se a commettere questi delitti sono i padri e i fratelli”

 


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