Quindici novembre 2024: vedere le parlamentari colombiane saltare (letteralmente) di gioia perché è appena passata la legge che vieta alle minori di 18 anni di quel Paese di unirsi in matrimonio riporta indietro di 40 anni, all’Italia del delitto d’onore, del divieto di divorziare, del matrimonio riparatore. La felicità di un diritto nuovo che pure sembra vecchio e scontato, invece non lo è affatto. Con il sì a questa legge Bogotà svolta e imbocca una strada progressista costata battaglie e speranze. D’ora in poi le ragazze colombiane potranno essere solo ragazze e non mogli. Una conquista che, in realtà, è anche la sconfitta del patriarcato, almeno si spera. Finora le spose bambine non sceglievano di esserlo, erano le loro famiglie a “consegnarle” ad uomini adulti per alleggerire il peso economico e nell’illusione che quell’uomo potesse cambiare in meglio la sorte della giovanissima consorte, realizzando invece esattamente l’opposto. Le spose adolescenti o anche più piccole sono finora andate incontro a gravi problemi di salute per gravidanze precoci, parti traumatici, malattie veneree. E non hanno potuto studiare, è stato impedito loro di giocare, ballare, hanno perso un pezzo importante della loro vita. La Colombia a fatica ha votato per il divieto di matrimonio per le ragazze con meno di diciotto anni, ma altri Paesi continuano a tenere in piedi tale prassi, sempre per motivi finanziari e, soprattutto, perché alle donne non viene riconosciuto il diritto primario all’autodeterminazione. E’ finita? No, è un punto da cui ripartire con tanta formazione, con le tutele per il diritto all’istruzione delle ragazze che ora non saranno più solo candidate ad un matrimonio imposto.
(Nella foto lo spot di Claudia Gerini con ActionAid contro la prassi dei matrimoni con bambine praticato in molti Paesi)