Sabato scorso c’era anche Articolo21 tra le realtà che hanno aderito all’assemblea pubblica contro il ddl 1660, un provvedimento che confonde la paura con la sicurezza.
Il decreto si configura come parte di un più grande pacchetto di leggi che mirano ad attaccare una per una tutte le forme di dissenso e di libera espressione del proprio pensiero.
Dalle norme contro i blocchi stradali al divieto di acquistare una sim per chi non possiede un permesso di soggiorno si smontano in maniera radicale alcuni dei principi cardine della nostra Costituzione.
Questo è stato l’appello che dal podio dell’aula magna della facoltà di lettere in Sapienza abbiamo rivolto alle decine di realtà presenti: la nostra deve essere un’azione indirizzata alla difesa della Costituzione e di quei principi che oggi più che mai sono messi in discussione.
Si guardi agli eventi di Bologna o di Torino, ma anche alla stretta sempre più repressiva nei confronti delle manifestazioni studentesche, dei picchetti e delle occupazioni che sono stati il motore del cambiamento sociale e sindacale del secolo scorso e non solo.
Con questo ddl si attaccano non solo studenti e lavoratori in generale ma precisamente chi tra loro vuole manifestare il proprio dissenso pubblicamente.
Ci aspetta una lunga stagione referendaria che vedrà protagonista, anche se non tra i quesiti referendari, anche questo ddl.
È quindi dovere civico per ognuno di noi partecipare ed agire sempre in difesa della nostra Costituzione democratica, repubblicana e antifascista.
L’assemblea si è chiusa indicando la data di sabato 14 dicembre 2024 per una manifestazione nazionale a Roma contro il ddl e le politiche repressive e securitarie del governo.