Da Musk a Report: siamo all’antidemocrazia

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Elon Musk che vuole cacciare i giudici italiani direttamente dagli Stati Uniti, il trumpino nostrano che plaude e fa la vittima, ricordando all’universo-mondo il suo processo per aver impedito per giorni l’attracco di una nave carica di disperati in fuga dalla miseria e dalla guerra, Trump, quello vero, che sta iniziando a varare la sua amministrazione, e c’è di che aver paura, le borse che colano a picco in tutta Europa, il collasso economico, e di conseguenza politico, della Germania, le minacce disumane a Report, cui è stato augurato di fare la fine della redazione di Charlie Hebdo, e via elencando, in un crescendo di orrore che rende bene l’idea della fase storica che stiamo vivendo: questa è la realtà contemporanea, il nuovo Statuto del mondo basato sull’idea che il potere non debba avere né vincoli né contrappesi. È la morte del pensiero illuminista, un ritorno a prima della Rivoluzione francese, l’esaltazione dell’Ancien Régime, una forma, neanche troppo celata, di cesarismo e l’esaltazione della guerra, perché lì si arriva nel momento in cui l’etno-nazionalismo anarcoide giunge al potere in vari paesi del mondo.
Senza contare che questo strapotere di un multimiliardario non eletto da nessuno sancisce, di fatto, la fine del principio cardine non solo della Costituzione italiana ma di tutte le Costituzioni occidentali, ossia la sovranità popolare: un valore imprescindibile cui stiamo rinunciando con drammatica incoscienza. Tornando al trumpino nostrano, apprendiamo che vorrebbe chiudere i centri sociali, evidentemente esaltato dall’arrivo alla Casa Bianca del suo idolo e desideroso di imitarne l’escalation verbale.
Per non parlare poi del trattamento cui sono sottoposti i sindacati, in particolare Cgil e Uil, e qui siamo alla rottura istituzionale, alla scomparsa del confronto fra le parti, alla morte della dialettica, alla pura ferocia a scapito dei lavoratori, figlia del quarantennio liberista, certo, della fine della logica della contrattazione, d’accordo, ma con venature mai viste in passato, neanche nei momenti peggiori.
Infine, il disastro internazionale, con un signore che si candida alla guida della Germania annunciando di voler concedere all’Ucraina la possibilità di utilizzare i Taurus sul territorio russo, evidentemente ignaro che l’ultimo tedesco ad aver dichiarato guerra alla Russia si chiamava Hitler, a già menzionata amministrazione-horror di Trump, la crisi conclamata della Francia e il rischio concreto che Netanyahu inneschi il finimondo in Medio Oriente, come se non bastasse ciò che abbiamo già visto, e che la Cina decida di far sentire la propria voce e il proprio peso geo-politico per prevenire l’aggressione trumpiana che sembra ormai solo una questione di tempo.
Benvenuti, dunque, nell’era dell’antidemocrazia, ossia del rifiuto del concetto stesso di democrazia in nome di un autoritarismo senza freni, in grado di mescolare strapotere economico, malessere sociale e distruzione delle strutture che ci hanno regalato otto decenni di pace e convivenza civile. E occhio, perché il peggio deve ancora arrivare. Pertanto, scriviamo queste riflessioni finché siamo in tempo, prima che la deriva possa travolgere tutto e rendere impossibile ciò che fino a ieri davamo per scontato. La democrazia, infatti, non appartiene al bagaglio culturale degli autocrati e questa, dopo quattro decenni di cedimenti, deregulation e perdita di prospettive per intere generazioni, è l’epoca loro.


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