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La matrioska americana: sfogli Trump e trovi Musk

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L’esito delle elezioni statunitensi ha avuto tracce premonitrici più in Clint Eastwood che in Woody Allen. Al di là delle indubbie qualità artistiche o espressive di entrambi, l’uno ci ha fatto capire che l’America profonda non è quella liberal e progressista – ma molto elitaria- messa in scena dall’altro. Intendiamoci, la letteratura d’oltre oceano è intrisa di viaggi nei luoghi via via emarginati degli USA e nulla nasce mai per caso. A maggior ragione non è certamente inedita una ventata che ha toccato milioni di persone.

Ma le urticanti verità dei mondi dissestati dal deep state finanziario, che ha soppiantato manifattura e fabbriche fordiste, ci hanno rifilato quattro schiaffi, per dirla con Franco Fortini. Ha vinto il mostro dichiaratamente fascistoide che ha parlato alla “rude razza pagana” e agli sconfitti del Capitale globale. Ha perso una conclamata espressione delle élite insediate soprattutto nelle grandi aree urbane a più alto tasso di scolarità e relazioni sociali.

Da diverse parti è stato urlato nel tempo che il Re è nudo. Tuttavia, le tendenze sono inesorabili e durano anche a lungo, finché la Storia volta pagina.

Si è accesa subito la riflessione, peggiore della stessa sconfitta, fondata su fatti reali sì (la scopiazzatura degli approcci delle destre da parte di un universo progressista sfiatato e in controtempo), e pure solo parzialmente cause-effetti dello tsunami: che avvolge il nord dell’America, come il sud dello stesso continente, nonché l’Europa.

Le destre peggiori, deprivate del vocabolario antifascista e antirazzista, si stanno esibendo sulla scena, cacciando in piccionaia riformismi forti o deboli che siano.

Ecco il punto. L’edificio della democrazia parlamentare, capace di dialogare con il mercato frenandone gli spiriti animali, è sempre più lesionato. Che fare? Resistere, resistere, resistere: ovviamente, è il minimo sindacale. Però, sentiamo tutte e tutti che la buona volontà è solo un’aspirina. Prima di ogni altra cosa è indispensabile ridisegnare la cartografia delle classi e dei gruppi sociali, dei bisogni e dei desideri di chi sta magari nella porta accanto e non frequenta i talk.

Gramsci, dove sei? Marx sei proprio morto? Generazioni digitali: avete capito che Trump è Musk e che la libertà della rete non c’è a fronte dei nuovi padroni del pianeta? Forza, non c’è tempo.

 


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