Trump ha vinto. Il popolo della più potente democrazia del mondo – in un momento di disperato bisogno di protezione – ha scelto l’uomo forte. Perdonandogli tutto – processi, puttane, tentato golpe – pur di essere difeso dal futuro. E the Donald ha intercettato meglio della Harris questo panico a bassa intensità. preannunciando che con i suoi superpoteri farà finire le guerre; darà soldi e dignità alla middle class fermando l’invasione di prodotti stranieri con i dazi; darà tranquillità ai penultimi, fermando l’invasione degli ultimi. E così la nazione dove sono nati Batman e l’Uomo Ragno gli ha creduto.
La Harris ha fatto del suo meglio, ma non ha emozionato. La giustizia sociale è un concetto ostico, che richiede un livello culturale medio-alto dell’elettorato, altrimenti viene scambiata per fuffa o truffa. Le persone meno scolarizzate che più soffrono la sua mancanza, non votano per chi si batte per loro. Preferiscono un’emozione a una soluzione, l’orgoglio a un ragionamento, la grandezza della nazione alla sanità pubblica. Il carisma di un grande politico riformista si vede quando riesce a trasformare la lotta per i diritti in un sentimento basico di riscatto. Altrimenti la soluzione senza emozione non arriva agli ultimi. E vince chi nei convegni alza le parole, i pugni, la musica.
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