“Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza stanza all’ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere agli ultimi, quelli che tutti scartano”.
I giornali a suo tempo riferirono che la lettera scritta da Marco Pannella al papa poi finisse con le parole, scritte tutte maiuscole, “ti voglio bene davvero, tuo Marco”.
Quei giorni, quel testo, riportano alla memoria anche la telefonata, di due anni precedente, di Francesco al leader radicale, che poi interruppe il suo sciopero della sete, per riconoscenza. Ricordi che riaffiorano da quando si è appreso che il papa si è recato a rendere visita a Emma Bonino, gravemente malata. Le immagini li mostrano entrambi sulla sedia rotelle, sorridenti.
Che cosa c’è di importante in tutto questo? Il rispetto reciproco? Certamente, ma non basta. La lettera di Pannella cita il Vangelo, che ritrova nella visita del papa a Lesbo. La traccia di qualcosa di molto più profondo; sviluppi diversi di un discorso?
C’è anche questo al fondo della scelta del papa di recarsi da Emma Bonino, con la quale è noto che ha dialogato diverse volte, anche qui sul tema dei migranti. Inoltre di Emma Bonino il papa ha lodato il servizio reso all’Italia per conoscere l’Africa. Allora, cosa c’è d’altro? Una pista l’ha data proprio Francesco. Non la pensa come la Chiesa? “Pazienza”, disse, “bisogna guardare alle persone, a quello che fanno”. E’ lo sguardo con cui Pannella e la Bonino probabilmente hanno saputo guardare al papa: non la pensa come i radicali? “Pazienza”, potrebbero essersi detti, “bisogna saper guardare alle persone, a quello che fanno”.
Che questo sia accaduto nel giorno di questo voto polarizzato, di così radicale incomunicabilità, è sorprendente. Probabilmente nessuno ci ha passato, la coincidenza sarà stata solo questo, una semplice coincidenza, ma il fatto resta, al di là delle intenzioni. Il Vangelo, viene da pensare, è così, unisce al di là degli steccati chi riconosce nell’altro ciò che ha visto Pannella nel Papa, e ciò che il papa ha visto nella Bonino al servizio dell’Italia per conoscere l’Africa.
Al fondo di tutto questo a me sembra ci sia il modo di capire e intendere questa forza che promana dal Vangelo, e che non può fermarsi davanti alla discordia, se al fondo si sente che c’è quel sentire. E’ questa forza che molti temono, sempre di più direi. Altri invece sanno riconoscere che è in ciò che si fa che ci si può, forse ci si deve, far riconoscere se c’è quel sentire. Procedendo, con quella “pazienza”.
Francesco ha sempre detto che “la realtà è superiore all’idea”. Evidentemente questo è un tratto, un altro tratto della forza che lo guida, anche quando decide di andare a trovare Emma Bonino, per quel che fa. Anche questo è un tratto del suo pontificato, forse più importante di quanto usualmente dei sottolinea. Ma svilupparlo ci allontanerebbe dal fatto odierno, che rincuora.