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“Per la coerenza, l’acume e l’intrepidezza nel raccontare la realtà”. A Palmanova premio alla carriera a Sigfrido Ranucci

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Il giornalismo d’inchiesta – in un momento in cui in Italia l’informazione e i giornalisti sono sotto tiro con gravi limitazioni legislative alla loro funzione – è vitale per la vita democratica del Paese. L’opinione pubblica lo percepisce bene e anche per questo ha registrato il tutto esaurito con 500 persone in sala la manifestazione nella quale a Palmanova (UD) è stato conferito il premio alla carriera al giornalista Sigfrido Ranucci, l’uomo di punta del programma Rai Report.

L’incontro è stato il momento clou del festival “La città ideale – Dialoghi” organizzato dal comune friulano.

Questa la motivazione del riconoscimento: “Per la coerenza, l’acume e l’intrepidezza nel raccontare la realtà attraverso un giornalismo d’inchiesta autentico e un linguaggio chiaro, garantendo ai cittadini un’informazione corretta e completa, fondamentale per il servizio pubblico e la coscienza sociale”. Alla consegna hanno partecipato fra gli altri il sindaco di Palmanova Giuseppe Tellini e il presidente FNSI Vittorio di Trapani, vecchio amico e collega in Rai di Ranucci fin dai tempi dell’inchiesta “La strage nascosta” del 2005 che documentò l’uso di armi chimiche, in particolare fosforo bianco, da parte degli Stati Uniti nella città di Fallujah. L’inchiesta di Rai News 24 fece il giro del mondo denunciando un drammatico e fino ad allora omesso retroscena della guerra in Iraq.

Ranicci, intervistato dal vicedirettore del Messaggero Veneto – gruppo NEM Paolo Mosanghini – ha offerto al pubblico una vera e propria lezione di libertà e civiltà raccontando anche molto di sé, della sua vita e del suo lavoro spesso molto rischioso che lo costringe a vivere sotto scorta dal 2009. La traccia è stata indicata dal suo ultimo libro “La scelta” (Bompiani) che ha già toccato quota 10 ristampe, con più di 140mila copie vendute, per la cui presentazione il noto giornalista ha percorso in Italia oltre 16mila chilometri e 500 città.

Ranucci ha anche di fatto lanciato un appello: l’opinione pubblica deve continuare ad essere parte integrante della libera informazione che deve continuare ad avere lo sguardo su chi governa non permettendo che si verifichi la desertificazione dell’accesso alle notizie.
“Fondamentale – ha spiegato Ranucci – è la tutela delle fonti che, nonostante le leggi esistenti, sono l’anello più debole, quelle più facili da colpire nella catena dell’informazione così come chi denuncia, whistleblower. Loro non devono essere un buco nel sistema informativo ma la garanzia di una democrazia sana. Devono poter contare – ha proseguito – sul segreto che è assicurazione di non subire ritorsioni, potendo vivere una vita normale dopo la denuncia. Le fonti vanno incentivate e premiate, non punite e mortificate”.

Ricco il calendario di incontri di Ranucci in questi giorni in Calabria e Puglia, tutte le date nella sua pagina Facebook del giornalista, nei quali racconterà di sé e del suo lavoro insieme alla redazione di Report – inizio della nuova stagione domenica 27. Domenica 20 sarà a Roma alle 21al Teatro di Villa Lazzaroni, ingresso libero previa prenotazione obbligatoria.

 


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