L’interesse della guerra. Il vero motore della storia

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Ben si guarda la Federal Reserve di abbassare i tassi di interesse. In questa volontà di “cautela” anticipa sempre la BCE. Ma per gli americani non si tratta semplicemente di favorire i banchieri con una politica dei tassi alti; purtroppo, la strategia è più complessa e, per noi europei, più grave. Qualunque valutazione della politica monetaria della Fed deve considerare le guerre, anche oggi.

Oggi l’economia Usa dorme tra due guanciali. La svalutazione si è ridotta, l’occupazione sale e così pure il Pil. Nessuno si sogna nemmeno di cambiare una virgola della politica economica Usa, ma anche nessuno può dire come stanno veramente le cose, valutando la reale portata della posizione mondiale del colosso americano. Qualunque valutazione seria metterebbe in dubbio la fedeltà atlantica di governi e partiti, ma anche di giornalisti e commentatori. Nessuno indipendente.

Ad una semplice analisi del Pil Usa diventa evidente che, oltre alla componente legata all’edilizia (+15,6%) e all’energia, un forte aumento si è verificato a seguito delle guerre in atto. Questo perché sia Israele che l’Ucraina combattono con armi Usa. In particolare, per l’Ucraina, i soldi per le armi li mettiamo anche noi europei, spontaneamente. Due guerre ben lontane dai tranquilli confini statunitensi fruttano enormi profitti al sistema industrial-militare Usa.

Contemporaneamente i colossi della finanza americana stanno facendo shopping in Europa, anche in Italia, comprando molte attività imprenditoriali di grande prestigio e fatturato, in buona parte riciclando gli utili delle armi. Ecco perché non scendono i tassi Usa: con il dollaro forte comprare conviene. Inoltre, le armi, che compriamo noi europei, le paghiamo in dollari, come la gran parte delle materie prime. Con queste premesse le guerre in corso non finiranno certo presto.

Con il pretesto della difesa della democrazia si mette in atto una politica mondiale che tiene conto soltanto dei dividendi. Qualcuno sosteneva, quasi duecento anni fa, che è l’economia il vero motore della storia. E delle guerre. Anche quelle economiche, come quella che sta subendo la Germania.


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