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La commemorazione sull’isola

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Oggi a  Lampedusa è prevista una commemorazione ecumenica per ricordare le 368 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013. L’appuntamento è alle ore 18 presso la parrocchia di San Gerlando. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Udedi) e dall’arcidiocesi di Agrigento, dalla stessa parrocchia e dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) attraverso il programma rifugiati e migranti Mediterranean Hope, presente sull’isola da 10 anni. Alcuni sopravvissuti a quel viaggio e alcuni dei soccorritori che intervennero quella notte sono attesi per la commemorazione.  La commemorazione si aprirà con un preludio musicale, ascoltando insieme il brano tratto dal film “Io Capitano” di Matteo Garrone “La Mer n’a pas d’Arbres” di Andrea Farri.
Don Carmelo Rizzo, parroco di Lampedusa, porterà il suo saluto di benvenuto. Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, rifletterà sul significato di questa commemorazione e sull’impegno di solidarietà del progetto, insieme a fratelli e sorelle di altre fedi, a partire dalla consapevolezza che molte sfide rimangono ancora aperte. Il programma della commemorazione prevede inoltre momenti di riflessione, letture bibliche, canti e preghiere, con interventi di Maria Bonafede, pastora valdese, e don Giuseppe Cumbo, vicario generale dell’arcidiocesi di Agrigento. Libero Ciuffreda, in rappresentanza del Consiglio della Fcei, e altri partecipanti leggeranno testi di Erri De Luca e Warsan Shire, per dar voce alle esperienze e ai sogni di chi è costretto a fuggire dal proprio paese in cerca di salvezza. La commemorazione si concluderà con un momento di raccoglimento e un gesto simbolico, in cui verranno accese delle candele, in nome della giustizia, dell’accoglienza e della solidarietà e in memoria di chi ha perso la vita.
Mediterranean Hope, il programma rifugiati e migranti della Fcei, nasce nel 2014 a Lampedusa come risposta al naufragio del 3 ottobre 2013 nel quale morirono 368 persone. Oltre all’osservatorio sull’isola, è presente a Scicli con la Casa delle Culture per l’accoglienza di persone vulnerabili; nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria, e nel Saluzzese, in Piemonte, con l’ostello sociale Dambe So a sostegno dei lavoratori braccianti; in Bosnia, con una palestra di arrampicata terapeutica aperta a tutti e tutte, la “Flamingo Loophole”, e il centro diurno di accoglienza per le persone che attraversano la rotta balcanica. Inoltre, è presente in Libano con il progetto Medical Hope.
(La foto della ricomposizione dei cadaveri nel 2013)


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