Nasce il giornale “Il Caffè”. Un progetto editoriale fondato e gestito interamente da giovani studenti e studentesse con il sostegno, tra gli altri, di Articolo21.

0 0

Il giornale nasce con l’idea di creare uno spazio nel quale far maturare le coscienze dei più giovani all’interno di un processo di formazione e informazione lento.

Infatti tramite redazioni nazionali, cittadine e scolastiche il progetto punta a radicalizzarsi sul territorio costituendo gruppi di lavoro che possano gestire sia autonomamente che con il supporto dell’associazione il processo di fondazione ed evoluzione del giornale.

L’intento, oltre che sociale, è anche politico. Discostandosi dall’idea del cosiddetto “campo largo” vogliamo provare a coltivare un “campo fertile”, un luogo nel quale ogni individuo possa costruire passo passo la propria coscienza sociale e quindi politica senza lasciarsi influenzare dalla sempre più sterile informazione mainstream composta da slogan, che preferisce un’informazione immediata, decontestualizzata ed imprecisa. La nostra informazione lenta non deve però trarre in inganno: non cerchiamo una lentezza del pensiero ma una ragionata costruzione ed evoluzione soprattutto nel modo di analizzare la società contemporanea.

Traendo ispirazione dal “Caffè” settecentesco cerchiamo di arrivare ad un punto di svolta sia pratico che teorico. La nostra idea di giornale è pertanto quella più generale di un processo che porti alla risoluzione della crisi dell’io contemporaneo, sempre più distante dalla realtà e in balia delle molteplici fonti di informazione travisate e fuori contesto. Il caffè è anche, per antonomasia, il momento di pausa in cui fermarsi a riflettere sulle dinamiche sociali, politiche, economiche e culturali che ci circondano e che si evolvono sempre più velocemente. Pensiamo dunque che all’azione politica debba corrispondere un pensiero ragionato ma che allo stesso tempo questo non può sopravvivere da solo senza l’azione stessa: dunque il pensiero senza l’azione è zoppo, l’azione senza il pensiero è cieca.

Riprendendo il primo articolo del giornale “Il Caffè” di Pietro Verri vi lascio con la nostra “dichiarazione d’intenti” che spero possa consegnarvi l’immagine e l’idea alla base del nostro progetto editoriale.

DICHIARAZIONE D’INTENTI

Cos’è questo “Caffè”? È una pausa.

L’uomo moderno è in crisi: è privo di un fine più grande di sé, non ha più alcuno scopo al di

là dell’io. Senza dio né ideologia, è attanagliato nella gabbia dell’individuo, in eterna competizione con se stesso e con gli altri nel perseguire un fine, spesso puramente materiale, che non lo appaga affatto. In altre parole, l’uomo è intrappolato nella costante ricerca dell’autoaffermazione fine a se stessa. Immaginare uno scopo più alto cui tendere ed indirizzare il desiderio umano significa, nella sostanza, ripensare l’uomo. Ora, com’è evidente, non crediamo di poter completare un’impresa del genere in questa sede. Tuttavia, affermiamo la cruciale importanza di riportare al centro del dibattito pubblico ciò che da anni vi è scomparso: l’analisi non soltanto dei singoli temi di attualità politica, ma delle strutture fondanti della realtà economica, culturale ed esistenziale del nostro tempo. Fare questo

richiede di astrarsi temporaneamente dalle contingenze politiche del momento e riflettere: prendere una pausa.

Cos’è questo “Caffè”? È un cantiere.

Una democrazia senza un buon sistema d’informazione è destinata ad ammalarsi. Perciò, è nostro dovere allontanarci dalla politica e dalla stampa attuali: il loro metodo superficiale di trattare la vita pubblica ne ha annacquato e viziato il dibattito. Questo è il nostro grande obiettivo: costruire un centro di discussione politica attiva e profonda. Noi vogliamo trattare i singoli temi del dibattito pubblico a partire dalle loro radici e strutture più essenziali, senza fermarci alla superficie, alla singola notizia, allo spot e allo slogan. In altre parole, noi vogliamo essere un laboratorio di pensiero politico, non un notiziario. Prendiamo il tema dell’immigrazione: anziché limitarci a commentare i singoli tragici avvenimenti, dobbiamo puntare a sviluppare una vera e propria politica migratoria. Questo significa un’analisi su diversi livelli: prima di tutto ideologica (la direzione astratta), poi politica (la direzione concreta) ed infine normativa (la traduzione pratica). La nostra promessa è di non essere un megafono per opinioni preconfezionate, ma uno spazio indipendente dove le idee possano essere costruite dalla base con razionalità e chiarezza: un cantiere.

Cos’è questo “Caffè”? È una speranza.

L’azione senza il pensiero è cieca. Il pensiero senza l’azione è zoppo. La società è intrappolata nello stagno del pragmatismo, che le impedisce di cambiare. L’importante sembra essere il fare purché si faccia qualcosa: siamo diventati spettatori di una commedia senza regista. Noi crediamo nella riscoperta del pensiero come guida e forza motrice di cambiamento. Ma non basta: rinchiusi nel castello dell’astratta metafisica, isolati dall’opinione pubblica e dalla comunità, ci condanniamo all’immobilismo. Azione in democrazia significa libertà. Significa partecipazione. Il pensiero, finché è condiviso da pochi, rimane vincolato nei fogli di carta in cui è formulato. Solo attraverso la partecipazione collettiva il pensiero può prendere vita. Quella che noi auspichiamo non è una rivoluzione di merito, per un obiettivo specifico. È una rivoluzione di metodo, per un modo diverso di fare politica. Una politica di pensiero e di ragione: è questa la nostra speranza.

Cos’è questo “Caffè”? È un giornale.

Giovanni Rossetti

La Redazione de “Il Caffè”


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21