Composta da nati tra il 1996 e il 2010, la Generazione Z è cresciuta, si avvicina ai 20 e dimostra alcune caratteristiche proprie: poco interessata all’alcool rispetto alle precedenti, riscrive le regole dell’amore, solo uno su tre (purtroppo) parla dei propri problemi psicologici e il 14% di loro investe già in borsa, qualche volta facendo impicci con criptovalute e quant’ altro. Determinati a sfidare gli stereotipi, sono preoccupati per i cambiamenti climatici e si battono per un mondo più green e pacifico. La tv la guardano soprattutto online, usano ancora Instagram ma sono sempre più stregati da TikTok e, 9 ragazzi su 10, adorano il ‘gaming’ sfidandosi ai videogames su qualunque piattaforma (Twich, YouTube Gaming etc). Sono curiosi, hanno la mente aperta e vogliono esplorare il mondo e le culture intorno a loro senza preconcetti o limiti e, alla moda e ai canoni imposti, preferiscono la diversità e l’inclusione. L’istantanea della generazione Z di tutto il mondo, anticipata da ANSA LIFESTYLE, l’ha scattata l’inglese GWI, società di ricerche di mercato globali con un report basato su un campione globale di circa 205.000 persone di 47 paesi diversi, confrontato anche con un campione statunitense.
Una generazione che ha molto da offrire anche se in molti stanno ancora vacillando dall’impatto del Covid-19 e anche il cambiamento climatico peserà sicuramente molto sulle loro scelte di vita future, come spiega il report. Sono ventenni di un cambiamento sociale senza precedenti, che ritiene obsolete molte abitudini dei loro genitori, incluso lo shopping e la musica. Non si sentono a loro agio con chi parla la loro stessa lingua ma con i coetanei di tutto il resto del mondo, complice il fatto che sono nati con Internet tra le mani e comunicano di continuo con altri ragazzi di ogni latitudine. Così, mentre le altre generazioni in genere ascoltano musica che corrisponde al decennio in cui sono cresciuti, la Gen Z ha rotto anche questa regola: l’hip-hop è il loro genere preferito, seguita dalla musica degli anni 2000 e Ottanta. Non solo, le loro scelte si modellano sui gusti dei loro coetanei in giro per il mondo e dallo scambio culturale è esploso l’amore (in Europa e USA) per il genere K-pop coreano (cresciuto dell’8% in un anno). “I ragazzi, soprattutto americani, amano anche la musica delle loro radici asiatiche nere o ispaniche (per il 40% della Gen Z), usano quindi la musica per connettersi con la loro eredità.
Figli del proprio tempo, debuttano in una notte di fine estate questi ragazzi del sud della capitale, tutti nati in quel fatidico anno che segnò le sorti del pianeta: la Rapacio Band presenta il suo singolo d’esordio Torri Gemelle che nasce dalla volontà di scrivere un pezzo dal sapore generazionale per chi, come i membri del gruppo, è nato nel 2001. I due celebri ex-edifici newyorchesi diventano così immagine fortemente evocativa e stoica per caratterizzare la band stessa e il suo pubblico di riferimento, coetanei e non solo. Il sound del brano si ispira al Rock anni ‘80 che il gruppo ha suonato negli anni di gavetta tra i club della capitale che, unito al Pop dei primi anni 2000, dà vita a un suono fresco e arioso che si inserisce in una vibe ’00s che caratterizza a tutto tondo l’estetica del gruppo. Torri Gemelle è il primo passo che porterà al rilascio di ulteriori due singoli e infine di un album in programma per la fine del prossimo anno. La Rapacio Band è un gruppo di 5 componenti tutti intorno ai 20 anni, esponenti di quella Generazione Z caratterizzata dall’essere generalmente presente su tutti i social network, dinamica e amante del cambiamento ma contrassegnata anche per il forte orientamento individualista. E invece loro si discostano da questi stereotipi, la loro idea di futuro parte da un viaggio nel passato e professano uno spirito di squadra invidiabile, comprovato dal loro ensemble eclettico e genialmente riuscito: Giorgio Bartolelli alla voce, Andrea Nocerino “Neutrino Follicolare” alla tastiera, Lorenzo “Uretra Ottimale” Tranquilli – alla chitarra, Luca Cenatiempo al basso e una sfolgorante Claudia De Martino alla batteria.
L’idea del gruppo nasce nel 2009 quando Giorgio e Luca, compagni di scuola dalle elementari, fantasticano sulla nascita di una band e iniziano a creare delle versioni embrionali dei pezzi che avrebbero suonato in seguito. Il gruppo nasce effettivamente tra i banchi del Liceo Vivona, nel 2017, quando tutti iniziano a suonare uno strumento, composto da cinque compagni di classe. La formazione resta stabile fino al 2022, quando il primo batterista lascia il gruppo e, dopo qualche provino, Claudia entra a far parte dell’organico. In questi anni di attività il complesso si è esibito in numerosi locali dell’underground musicale romano, sviluppando un personale e ironico approccio al palco, con all’attivo oltre un’ottantina di serate, ricavandosi, piano piano, un piccolo pubblico di affezionati di diverse età che li segue con costanza. In nome di un patto transgenerazionale che ha il sapore di una staffetta tra passato e futuro e di un passaggio di testimone a una nuova e originale ondata di artisti e giovani cantautori italiani che farà parlare ancora molto di sé.