Quando il passato non vuole passare

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Nascondere i misfatti compiuti per cancellarne la memoria, è un’operazione tipica delle dittature. E’ quanto sta avvenendo in  Europa, con una un’azione sistematica di revisionismo storico, che mira a catturare il consenso degli anziani nostalgici del nazismo in Germania, del fascismo in Italia e del franchismo in Spagna, aggregando a loro una massa crescente di giovani, delusi e arrabbiati per una mancata attenzione nei loro confronti da parte dei governi nazionali e inconsapevoli degli enormi danni provocati da quelle dittature, quindi facilmente manipolabili.

In alcune regioni della Spagna ad esempio, governate dal Partito Popolare insieme a VOX, il partito dell’estrema destra tanto amato da Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia, sono state approvate negli ultimi mesi una serie di leggi definite “di riconciliazione”. Ma questa parola è usata in modo ambiguo. Il vero obiettivo di queste leggi è un altro: assolvere il regime franchista.

Nelle norme appena approvate infatti, si giustifica il colpo di Stato del generale Francisco Franco attuato nel 1936, definendolo come un’azione necessaria per ristabilire la legalità stravolta dai “ribelli repubblicani”: una clamorosa

manipolazione della realtà storica. Ma è la versione sostenuta dal leader di VOX, Santiago Abascal, che vuole dimostrare come l’attuale regime democratico si collochi “in continuità” con quello franchista.

Questa operazione di “lavaggio delle coscienze”, come l’ha definita lo storico Julian Casanova, viene fatta nonostante i terribili crimini commessi durante la lunga dittatura durata quasi quarant’anni, ma venuti alla luce solo nel 2007 grazie a una legge nazionale sul recupero della memoria storica, votata dal parlamento spagnolo su proposta del governo Zapatero e aggiornata nel 2022 dal governo Sanchez.

Le deroghe previste dalle leggi regionali a questa legge nazionale avranno odiose conseguenze concrete, come l’eliminazione delle sovvenzioni pubbliche per chi vuole dare una dignitosa sepoltura ai propri parenti fucilati e buttati nelle oltre duemila fosse comuni scoperte finora in Spagna.

Inoltre, le scuole delle regioni che hanno approvato queste leggi, sono state “invitate” ad aggiornare i programmi di storia, per precisare che Franco non è stato un dittatore ma “un grande uomo che ha riconciliato una Spagna divisa”.

Nel mio libro, appena pubblicato dalla casa editrice “Piccole pagine”, denuncio questo tentativo di revisionismo raccontando, attraverso le storie dei parenti delle vittime, i vari crimini commessi dal franchismo, pochissimo conosciuti, e che ora si cerca di tornare a nascondere, anziché considerare quella dittatura come un passato da cui prendere definitivamente le distanze in modo chiaro e inequivocabile, insieme a fascismo e nazismo.

L’obiettivo che mi pongo è di sensibilizzare soprattutto chi ha compiti educativi, invitandoli a far conoscere e denunciare la manipolazione della verità storica che si sta attuando in Europa, partendo da quanto sta succedendo in Spagna, dopo l’approvazione della legge nazionale sul

recupero della memoria storica, dal 2007 ad oggi.

Una vicenda che ho potuto seguire fin dall’inizio, come corrispondente da Madrid per la RAI e che continuo a seguire anche dopo che quella sede è stata chiusa ufficialmente per motivi di risparmio economico, appena l’ho lasciata per raggiunti limiti di età.


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