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Perché i vertici Rai hanno fatto rientrare in fretta e furia in Italia Battistini e Traini?

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Perché i vertici Rai, l’Ad Roberto Sergio e il Direttore generale Giampaolo Rossi hanno fatto rientrare in fretta e furia in Italia Stefania Battistini e Simone Traini, mortificando il loro lavoro di giornalismo sul campo? Cosa c’è dietro questa decisione, dopo che Mosca ha protestato anche con l’ambasciatore italiano in Russia? La sicurezza come dice la Rai o la mano del Governo? Secondo fonti vicine alla Farnesina e all’Intelligence Battistini e Traini, già rientrati in territorio ucraino, non rischiavano più del solito. Ma evidentemente le proteste di Mosca, secondo cui i due colleghi non erano autorizzati a varcare i confini russi, hanno sortito effetto immediato. Malgrado inizialmente si parlasse di spostare momentaneamente Battistini a Kyev, soluzione condivisa anche dal direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci, poi i vertici Rai hanno cambiato idea e fatto rientrare i due colleghi, non ritenendo invece in pericolo, a quanto pare, il corrispondente Rai da Mosca. Non è un mistero che una parte del Governo _ quello che fa capo alla Lega _ sia molto più vicino a Putin che alle posizioni europee e atlantiche e peraltro molti osservatori ritengono che la premier Meloni si riposizionerà qualora le elezioni Usa fossero vinte da Trump .Molti sono stati infatti i parlamentari che hanno chiesto spiegazioni su questo comportamento della Rai, che sembra voler quasi punire una giornalista e un videomaker che avevano fatto uno scoop internazionale, essendo stati i primi a entrare nel territorio russo occupato dalle forze armate ucraine.

Ma oggi chi si batte per la libertà di espressione, chi come il sindacato dei giornalisti e la Federazione europea dei giornalisti è intervenuto in difesa di Battistini e le ha espresso subito pubblicamente solidarietà si chiede: è mai possibile che anche il giornalismo sul campo, il più classico dei giornalismi, quello degli inviati di guerra, debba essere sottoposto al controllo politico? Dopo i due italiani, anche un giornalista britannico della CNN, Nick Paton Walsh, è entrato nel Kursk sollevando anche lui le proteste di Mosca ma non ci risulta che sia stato richiamato in patria di corsa.

Infine, tutti dovremmo batterci affinché sia garantita ai giornalisti indipendenti e esteri di entrare in regioni teatro di guerra, in Russia così come a Gaza. Ai giornalisti va garantito di poter fare il proprio lavoro e di informare sulle tragedie che avvengono in seguito ai conflitti. Che sia la Rai o uno stato occidentale a fare un passo indietro, è veramente sconcertante.


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