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La Federazione delle chiese evangeliche in Italia lancia una sottoscrizione per sostenere gli aiuti umanitari per Gaza

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Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in collaborazione con la Rivista e Centro Studi Confronti, ha deciso di lanciare una sottoscrizione per gli aiuti umanitari per Gaza e attivare progetti di dialogo per la convivenza e la pace tra israeliani e palestinesi, con il motto «Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace». Come cristiani «abbiamo il dovere di costruire vie di dialogo e di pace”», afferma il Consiglio FCEI. «Per questo – rileva il Presidente della FCEI, Daniele Garrone –, abbiamo mantenuto, seppur con le note difficoltà, i contatti con alcune consolidate realtà come le agenzie ecumeniche internazionali operative in Medio Oriente: Middle East Council of Churches – che tra mille ostacoli continua a gestire aiuti umanitari – e l’Ahli Arab Hospital di Gaza city, gestito dalla diocesi episcopale (comunione anglicana) di Gerusalemme». La FCEI, prosegue Garrone, «lancia un appello alle chiese, alle associazioni ecumeniche e interreligiose, e a tutte e tutti gli individui desiderosi di sostenere progetti di dialogo “dal basso”, alle fondazioni e alla società civile italiana, affinché contribuiscano a questo progetto sulla base della parola d’ordine che ci siamo dati: “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”. “In questo progetto, ricorda Garrone, possiamo contare sulla pluridecennale esperienza del progetto “Semi di Pace” e “Fiori di Pace” portata avanti da Confronti. Siamo consapevoli del fatto che l’attentato del 7 ottobre e la guerra che ne è seguita hanno esacerbato una spirale d’odio che allontana ogni seria speranza di pace – prosegue Garrone -, ma è proprio in questo contesto buio e disperato che, come cristiani evangelici, sentiamo la nostra responsabilità ad essere costruttori di pace, e ad aprire strade e sentieri, anche piccoli, che ci avvicinino ad essa. Per farlo è necessario che tacciano le armi e che avvenga la restituzione degli ostaggi». Per realizzare e coordinare le varie iniziative, è stato costituito un gruppo di lavoro presieduto da Debora Spini che comprende, oltre alla presenza evangelica, esponenti di associazioni musulmane, ebraiche ed ecumeniche da anni impegnate a promuovere il dialogo tra le parti in conflitto, oltre alla Rivista e Centro Studi Confronti.

I contribuiti possono essere inviati all’IBAN IT 26 X 02008 05203000104203419 (conto bancario intestato alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – Via Firenze 38, 00184 Roma, Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70 – 00185 Roma), specificando nella causale: “Fermiamo l’odio”


Il documento del Consiglio della FCEI che lancia questo nuovo progetto. 

Nei mesi scorsi abbiamo assistito a una drammatica escalation del terrore e dell’odio che, anche in Italia, ha polarizzato fazioni diverse e contrapposte, indisponibili a cogliere la complessità della situazione. Anche il mondo evangelico italiano ha vissuto questa situazione con dolore e sofferenza, soffrendo lacerazioni e divisioni che ci allontanano dalla vocazione comune ad essere costruttori di pace, uomini e donne capaci di immaginare la coesistenza tra israeliani e palestinesi e perfino di annunciare la profezia di una riconciliazione tra due popoli destinati a vivere sulla stessa terra o ad annientarsi a vicenda. In questo tempo oscuro vogliamo fare risplendere le parole evangeliche della pace e della giustizia, cercando di attivarci a sostegno della popolazione che soffre gli effetti dei bombardamenti e delle devastazioni di interi villaggi e di quella che ha vissuto e continua a vivere il dramma di attacchi terroristici che minano ogni speranza di convivenza e di pace.

In questo spirito, la FCEI rivolge l’appello a costruire un’ampia convergenza di individui, comunità, associazioni, gruppi, opere, disponibili ad “attraversare il conflitto” nella linea della “equivicinanza” a due popoli in conflitto tra loro –

come si legge in un documento della Commissione Studi Dialogo Integrazione della FCEI (maggio 2024 https://www.fcei.it/wp-content/uploads/2024/05/Documento-Commissione-studi.pdf). Facendo nostra questa logica – come si legge nel testo a cui rimandiamo – «cercheremo di sostenere le donne e gli uomini che, dall’una e dall’altra parte, si impegnano per una pace vera, che abbatta i muri dell’antisemitismo, dell’islamofobia e di ogni altra espressione dell’odio e del razzismo». Questa è la vocazione che, sostenuti da vari partner internazionali, comprese chiese e associazioni che operano in Israele e nei Territori Palestinesi, sentiamo come urgente. Con le risorse che intendiamo mettere a disposizione e quelle che potremo reperire, vogliamo dare forza a quelle associazioni, comunità religiose, gruppi informali che si riconoscono in principi fondamentali: diritto dei palestinesi a uno Stato; il diritto di Israele alla sicurezza; l’urgenza di un processo di trust building che, in vista di una giusta pace tra i due stati, faciliti la comprensione reciproca e la cooperazione umanitaria. Da questi principi essenziali derivano i corollari dell’impegno a contrastare radicalismi politici e fondamentalismi religiosi che tanta parte hanno avuto in questa escalation; la condanna della politica degli insediamenti e del loro ampliamento; la denuncia di ogni linguaggio di odio, sia esso nella forma dell’antisemitismo che dell’islamofobia o dell’anti-arabismo. Sulla base di queste premesse la FCEI: lancia una sottoscrizione per la creazione di un fondo destinato a finanziare il progetto «Fermiamo l’odio, costruiamo la pace» – valorizzando l’esperienza storica del mensile Confronti e dei progetti Semi di pace e Fiori di pace – s’impegna a sviluppare o a riprendere contatti con diverse espressioni della società civile israeliana e palestinese che si riconoscono nei principi del progetto «Fermiamo l’odio, costruiamo la pace». Sono già attivi contatti, oltre che con varie chiese operanti in Israele e Palestina, con la comunità Nevé Shalom Wahat as SalaamRoad to RecoveryParents Circle Family ForumStanding Together (giovani); Combatants for peace (ex militari sia israeliani che palestinesi), Women Wage Peace.  Con i fondi raccolti, accertata l’adesione delle associazioni partner ai principi del progetto, la FCEI sosterrà loro specifiche attività. S’impegna a invitare in Italia esponenti delle associazioni coinvolte nel progetto come testimoni di una pace possibile e urgente per una campagna da realizzarsi nei primi mesi del 2025. Il gruppo di lavoro è composto da: Debora Spini, (coordinatrice), Giorgio Gomel,Izzedin ElzirPaolo NasoBruno GabrielliLibero CiuffredaClaudio ParavatiMichele LiporiGian Mario GillioIvano De Gasperis.


Dai primi di settembre sarà attiva una sezione sul sito FCEI dove sarà possibile reperire materiale e scrivere a: fermiamolodio@fcei.it.  Per info contattare (per ora) nev@fcei.itredazione@confronti.net


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