di Nadia Redoglia
“Quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?” domandò il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, nell’accorato appello lanciato all’Europa. Il mare consegna alle coste isolane i corpi martoriati superstiti di profughi e rifugiati, ma aggiunge anche tantissimi cadaveri. I vivi, così come i morti, sono esclusivamente affidati alla pietà lampedusana, al cuore e alla mente della sua prima cittadina che meriterebbe d’essere premiata, non prostrata. E’scioccante constatare quanto il resto del continente europeo disattenda la carta dei diritti umani, nevvero?
Il nostro Paese è anche riuscito a scioccare col primato dell’insulto conquistato nel ricordo di campi da golf, case ridipinte al top del design paesaggistico, candidatura a premio Nobel…
E’ primato, del resto, che vantiamo da parecchi anni. Oltre un ragionevole limite, infatti, le bugie si chiamano insulti: per esempio (tra gli innumerevoli) dove si potrebbe configurare, altrimenti, la promessa di debellare il cancro entro 3 anni?
L’offesa è reato e come tale va punito ben prima che possa sfociare in reati più gravi. Nel caso di specie, avendo ripetutamente fornito al vecchio offensivo addirittura gli strumenti per poter governare, arriverebbe a distruggere il Paese, questa volta in modo irreversibile. Il crash test? Ce l’ha fornito con il cash Imu…
Pur popolo prostrato, perfino preposto per prostatiche proposte?!