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Perché festeggiamo la liberazione di quattro giornalisti

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Una bellissima notizia, la liberazione di almeno 4 giornalisti e molti attivisti incarcerati per motivi politici nello scambio di prigionieri, in tutto 26, tra Russia e Paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Lo scambio è avvenuto ad Ankara, in Turchia, il primo agosto. I quattro giornalisti sono Evan Gershkovich, 32 anni, corrispondente dalla Russia del Wall street journal,  fermato dai servizi segreti russi mentre lavorava a un articolo sulla Wagner. E’ il primo giornalista Usa ad essere incarcerato in Russia. Un altro liberato, forse il più famoso, è Vladimir Kara-Murza, considerato, dopo la morte di Navalny, il principale oppositore di Putin, arrestato nel 2022 e condannato a 25 anni, ma in condizioni molto critiche di salute conseguenti a due avvelenamenti. E poi Alsu Kurmasheva, di radio Free Europe/radio Liberty (un sito specializzato nell’area russa e paesi limitrofi, finanziato dagli Usa), arrestata lo scorso ottobre con l’accusa di essere un agente straniero. Dalla parte occidentale, invece, è stato liberato anche il giornalista spagnolo/russo Pablo Gonzales (il suo vero nome è Pavel Rubtsov) arrestato nel 2022 con l’accusa di lavorare per i servizi segreti russi e detenuto in via cautelativa in carcere in Polonia, paese che non pone limiti al carcere preventivo. Gonzales è stato per il momento inviato in Russia, anche se la sua famiglia e lui stesso vivono in Spagna.

Ma le buone notizie, che  riguardano appunto la scarcerazione di molte persone in carcere per la loro attività e il loro pensiero, si fermano qui. E’ infatti aberrante usare tattiche che prevedono di fatto una sorta di cattura di ostaggi ai fini di scambio, una pratica barbara che si sperava di essersi lasciati alle spalle in Europa. Si parla infatti del più grande scambio di prigionieri dal 1996. .  In un comunicato, il Ceo di Dow Jones ed editore del WSJ, Almar Latour e la direttrice della testata Emma Tucker  si sono detti “sopraffatti dal sollievo” per la liberazione di Gershkovich ma hanno condannato fermamente un regime che “ ha orchestrato l’ingiusta detenzione di Evan per 491 giorni sulla base di accuse fasulle e di un falso processo, come parte di un attacco totale alla libertà di stampa e alla verità”

Inoltre, come ha fatto rilevare la Federazione europea dei giornalisti, a fronte di questi colleghi liberati, 137 altri giornalisti restano dietro le sbarre tra Russia, Turchia, Bielorussia, Azerbaijan, tutti paesi dove opera la Efj: 57  sono detenuti in Russia e nel territorio ucraino occupato dai russi; 39 in Bielorussia; 23 in Azerbaijan e 18 in Turchia. Per loro, la Efj ha nuovamente lanciato un appello affinché vengano liberati tutti. Nel ribadirlo, il segretario generale Efj, Ricardo Gutierrez, ha anche parlato di una via diplomatica che dà speranza a chi ancora languisce dietro le sbarre.


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