Gaza, altri due giornalisti uccisi dalle forze israeliane: 162 dal 7 ottobre

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Le forze israeliane hanno colpito la macchina su cui viaggiavano alcuni giornalisti di Al Jazeera, da mesi impegnati a testimoniare la drammatica situazione nella città e nella parte nord della Striscia. Nel raid sono rimasti uccisi il corrispondente Ismael Al-Ghoul e il cameraman Rami al-Rifi, che si trovavano nel campo di Alshati.
Dopo l’assassinio di Hismail Haniyeh, capo del movimento palestinese di Hamas, a margine della sua presenza in Iran per partecipare all’insediamento del nuovo presidente iraniano Pezeshkian, la situazione si fa sempre più esplosiva.
È noto che Haniyeh viveva nel campo profughi di Al Shati nella zona nord di Gaza, quindi, dopo la notizia del suo assassinio, molti giornalisti si sono mossi verso il Beach Camp (altro nome del campo profughi) per coprire i resoconti della stampa davanti alla sua abitazione. Il reporter si stava recando verso la casa di Haniyeh per un’intervista con i suoi nipoti e alcuni vicini di casa, quando c’è stata una ricognizione israeliana. L’aereo ha puntato la macchina dei giornalisti e l’ha colpita, nonostante indossassero tutti il riconoscibile giubbotto con l’indicazione “Press”, “Stampa”.
Le immagini di Al-Ghoul decapitato dal colpo di mortaio che ha centrato la macchina sono davvero raccapriccianti.
Da mesi i corrispondenti dalla Striscia di Gaza lamentano un vero e proprio targeting da parte degli israeliani nei confronti dei giornalisti che cercano di dare il loro contributo di testimoni sul campo. Inoltre dichiarano un continuo boicottaggio da parte di Israele nell’accesso alla libertà di informazione dal fronte di Gaza, che sembra essere a senso unico.
Ismail Al-Ghoul era impegnato da mesi a raccontare, tramite Al Jazeera, quanto avveniva soprattutto nella zona nord, ed era noto per i suoi drammatici reportage dall’ospedale di Al Shifa, dagli israeliani considerato rifugio dei terroristi di Hamas. Aveva denunciato più volte la disinformazione da parte dei media occidentali sulle reali condizioni al limite della sopravvivenza, la fame, la mancanza di acqua potabile, la diffusione di malattie, a cui è sottoposta la popolazione della Striscia di Gaza. Era andato avanti a raccontare l’orrore nonostante le difficoltà e la morte del proprio fratello.
Dall’ottobre 2023 ad oggi sono morti 164 giornalisti a Gaza e più voci affermano che non solo i giornalisti non sono tutelati, ma sembrano essere sempre di più un bersaglio da colpire, in quanto testimoni di una verità troppo scomoda, che il mondo sembra voler ignorare.
L’uccisione di Ismael Al-Ghoul e del suo cameraman rappresenta l’ennesima violazione del diritto di informazione da parte dei media, un atto vile contro la libertà di espressione e di opinione, che dovrebbero essere garantite sempre e comunque.
L’escalation israeliana delle ultime ore, su più fronti, non concede, purtroppo, alcuno spiraglio per una possibile tregua.

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