Venezuela, Machado: “Abbiamo vinto e abbiamo le prove”

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Il silenzio della mattinata è esploso in un urlo di dolore che ha attraversato il Venezuela. Gente armata di pentole è scesa per le strade, in particolare a Caracas e soprattutto in alcuni barrio poveri, per manifestare il proprio dissenso. Migliaia di venezuelani si sono diretti nel pomeriggio verso il palazzo presidenziale di Caracas per protestare contro la vittoria rivendicata dal presidente Nicolás Maduro nelle contestate elezioni di domenica. La BBC ha visto un convoglio militare armato dirigersi verso il palazzo presidenziale, con soldati con passamontagna in piedi sul retro delle auto che brandivano grossi fucili. L’opposizione ha contestato la dichiarazione di vittoria di Maduro, definendola fraudolenta, affermando che il suo candidato Edmundo González ha vinto in modo convincente con più del 70% dei voti.

I sondaggi d’opinione in vista delle elezioni indicavano una netta vittoria dello sfidante. I partiti di opposizione si erano uniti attorno a González nel tentativo di spodestare il presidente Maduro dopo 11 anni al potere, in un contesto di diffuso malcontento per la crisi economica che vive il Venezuela. Diversi paesi occidentali e latinoamericani, nonché organismi internazionali tra cui l’ONU, hanno chiesto alle autorità venezuelane di pubblicare i verbali di voto dei singoli seggi elettorali.

Molte persone armate di pentole e padelle sono uscite dalle loro case e per strada, un gruppo era fuori sotto la pioggia battente e gridava “Afuera” (Fuori) e “Libertad” (Libertà). La polizia ha usato gas lacrimogeni. Secondo alcune testimonianze sarebbero intervenute milizie bolivariane che hanno sparato in aria. Le riprese mostrano pneumatici in fiamme sulle autostrade e un gran numero di persone per le strade, mentre la polizia in moto sparava gas lacrimogeni.

Migliaia di persone sono scese in piazza nel barrio più povero della capitale, così come in Avenida Mirdanda, zona più benestante e nota per le manifestazioni contro il governo.

Gente in strada anche a Los Teques, San Jaginto nel nord i Barquisimeto, sull’autostrada per La Guaira.

“Abbiamo ottenuto il 73 per cento dei voti. Sono estremamente orgogliosa del nostro risultato.

I venezuelani si rifiutano di vedere il proprio futuro rubato. Oggi chiediamo a tutti i venezuelani che hanno votato per Edmundo in ogni città in Venezuela di mostrare al mondo la forza che rappresentiamo. Ci riuniremo come una famiglia perché siamo orgogliosi di questo paese e vogliamo che Edmundo sia il presidente.

Parlo con la tranquillità della verità:; voglio dire ai venezuelani che la loro volontà espressa nel voto sarà rispettata, abbiamo in mano i dati e le carte, possiamo provarlo. Abbiamo avuto più di 6 milioni di voti. Tutti i venezuelani potranno avere accesso alle nostre informazioni”, ha detto Machado tranquilla e sorridente.

Mentre il sistema elettorale elettronico in questo momento è down, secondo il governo, per un attacco di hacker. “Auguriamo che il voto di milioni di venezuelani sia rispettato, combatteremo per i nostri diritti. Capisco che le persone siano sconvolte ma chiedo la calma, il Venezuela vuole pace. Raggiungeremo i nostri obiettivi pacificamente. È fondamentale che le autorità rispettino la volontà della gente. Il prematuro annuncio dei risultati non è stato maturo da parte delle autorità. Le istituzioni devono rispettare la volontà delle persone. Tutti i settori democratici sono uniti e coordinati”, chiede Edmundo Gonzales, mentre la gente scandisce a voce alta la parola “libertà”.

Per quello che hanno detto e contestato, potrebbero essere arrestati. Da canto suo il presidente Maduro ha accusato l’opposizione di aver chiesto un colpo di stato contestando i risultati. “Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a quello che stiamo affrontando oggi”, ha affermato.

“Stanno cercando di imporre in Venezuela un altro colpo di stato di carattere fascista e controrivoluzionario”.

Il procuratore generale venezuelano ha avvertito che il blocco delle strade o la violazione di qualsiasi legge relativa ai disordini nell’ambito delle proteste saranno puniti con la massima forza di legge e che una cinquantina di persone sono state arrestate con accuse che vanno dalla distruzione di materiale elettorale all’innesco di atti di violenza. Ci sarebbe anche una vittima.

Nel frattempo, alti funzionari dell’amministrazione statunitense hanno affermato che il risultato annunciato “non coincide con i dati che abbiamo ricevuto tramite meccanismi di conteggio rapido e altre fonti, il che suggerisce che il risultato annunciato potrebbe essere in contrasto con il modo in cui le persone hanno votato”. Questa era “la fonte principale della nostra preoccupazione”, hanno aggiunto.

“Ecco perché chiediamo alle autorità elettorali venezuelane di pubblicare i dati di base che supportano i numeri che hanno annunciato pubblicamente”. Il ministro degli Esteri venezuelano ha detto: “dato i disastrosi precedenti, abbiamo deciso di ritirare tutto il personale diplomatico da Argentina, Cile, Perù, Costa Rica, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay”, paesi che poche ore dopo l’annuncio dei risultati avevano detto che non li avrebbero riconosciuti.

(da Radio Bullets)


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