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Venezuela: Il grande giorno

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I venezuelani si stanno già recando alle urne per votare alle urne oggi, in quella che è ampiamente considerata l’elezione presidenziale più competitiva del paese in oltre un decennio.

Testimoni, ci raccontano che hanno già cominciato ieri sera a Caracas a raggiungere i seggi. Impossibile non percepire l’emozione e l’energia che impregna l’aria tra i venezuelani che abbiamo incontrati a Cucuta, al confine, persone tornate da tutte le parti del Sudamerica per passare la frontiera per votare.
Il presidente in carica Nicolás Maduro, al potere dal 2013, sta cercando un terzo mandato contro la sfida del candidato dell’opposizione Edmundo González Urrutia.

Sondaggi recenti hanno mostrato che González, ex diplomatico e accademico, ha un vantaggio significativo su Maduro, riflettendo la frustrazione diffusa per la prolungata crisi economica del Venezuela e la repressione politica sotto il regime di Maduro.

L’ opposizione spera di capitalizzare questo sentimento per porre fine al governo chavista iniziato con l’elezione di Hugo Chávez quasi 30 anni fa.

Sono state sollevate forti  preoccupazioni circa l’equità e l’integrità del processo elettorale. Diversi candidati dell’opposizione, tra cui la vincitrice delle primarie María Corina Machado, sono stati squalificati dal governo Maduro, che ha citato accuse di frode e corruzione.

Alcuni osservatori internazionali monitoreranno le elezioni per garantire le corrette procedure di voto, ma molti altri non sono stati fatti entrare.

Panama ha accusato il governo venezuelano di aver bloccato un volo su cui viaggiavano ex leader latinoamericani che avrebbero dovuto osservare le elezioni presidenziali di domenica.

Il presidente panamense José Raúl Mulino ha dichiarato sui social media che il Venezuela ha negato all’aereo il permesso di decollare finché gli ex leader erano a bordo. Il governo venezuelano ha respinto le accuse.

Tra i passeggeri dell’aereo c’erano gli ex presidenti di Messico, Panama, Costa Rica e Bolivia, tutti critici dell’attuale governo venezuelano che hanno dichiarato di sperare in una vittoria dell’opposizione.

Negli ultimi giorni della campagna, sia Maduro che González hanno rivolto appelli appassionati agli elettori, ha detto che oggi sarà il giorno dei venezuelani e saranno loro a decidere.

Maduro ha messo in guardia minacciosamente da un potenziale “bagno di sangue” se avesse perso, mentre González ha giurato di rivitalizzare l’economia venezuelana e incoraggiare il ritorno di milioni di espatriati che sono fuggiti dal paese a causa della crisi economica.

Gli Stati Uniti e alcuni alleati di Maduro, come Brasile e Colombia, lo hanno esortato a rispettare i risultati delle elezioni, con la Casa Bianca che ha avvertito che qualsiasi forma di repressione politica o violenza sarà considerata inaccettabile.

Tuttavia , pochi si aspettano che Maduro ammetta prontamente la sconfitta, dato il suo fermo controllo sulle istituzioni statali chiave, tra cui le autorità militari, giudiziarie ed elettorali.

Mentre i venezuelani tra poche ore esprimeranno  il loro voto (al momento in qui scriviamo a Cucuta sono 4.30 del mattino), il mondo e soprattutto la diaspora aspetta con ansia di vedere se queste elezioni segneranno una svolta nel lungo periodo di turbolenza politica ed economica del paese.

L’esito potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il futuro della democrazia in Venezuela e nella regione nel suo complesso.

(In questo momento Radio Bullets si trova a Cucuta, in Colombia sul confine con il Venezuela, perché come a molte altre testate giornalisti non ci è stato concesso il visto. Abbiamo deciso di raccontare queste elezioni dal posto più vicino e in mezzo a migliaia di venezuelani che vivono qui)

Da https://www.radiobullets.com/


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