Nel giorno in cui Sergio Mattarella ha detto che gli attacchi contro l’informazione sono eversivi veniva pubblicato anche il Rapporto sullo stato del diritto nell’Unione europea. Nella parte dedicata all’Italia, c’è un nutrito capitolo che riguarda i media, dove sono esaminati tutti gli aspetti critici della situazione dell’informazione. Al report ha contribuito anche la missione che la MFRR (Media Freedom Rapid Response), di cui la Efj è stata parte fondamentale, ha inviato in Italia la scorsa primavera. Nel dossier riguardante i media italiani si riconosce che l’Italia ha buone strutture che riguardano i media ma si mettono in evidenza tuti i problemi che si sono aggravati da un po’ di tempo a questa parte. Il primo punto è senz’altro la Rai, che detiene il 37,9% di share per quanto riguarda la Tv e il 23,1% per quanto riguarda la radio. Ma il report dice chiaramente che molte figure indipendenti dell’informazione hanno lasciato la Rai e mette in guardia contro la lottizzazione e il rischio molto pesante di controllo politico sul servizio pubblico di informazione. Il tema dunque non è l’indipendenza economica della Rai, dice il report, ma il pesante controllo da parte della politica. A partire dallo spazio eccessivo dato, durante la campagna elettorale per le Europee, agli esponenti della maggioranza di Governo a scapito dei partiti di opposizione.
Un altro punto riguarda il fatto che non c’è stato nessun passo avanti circa il rispetto delle regole concernenti la trasparenza nella proprietà dei media. Il pluralismo è importante, ma in Italia troppo spesso le concentrazioni sono state attuate senza rispettare le norme antitrust. Senza contare che molte testate minori sono detenute da fiduciarie anonime e per i giornalisti è quasi impossibile venire in contatto con la proprietà.
Anche le norme su cui i cronisti, il sindacato e le organizzazioni come articolo21 hanno sempre espresso la propria perplessità e contrarietà, sono messe in evidenza nel report in quanto restringono di fatto l’accesso dei giornalisti alle fonti e mettono una forte limitazione di fatto al diritto di cronaca. Si tratta ovviamente della riforma Cartabia, dell’emendamento Costa e della nuova legge Nordio. Ma non basta: purtroppo in Italia desta preoccupazione, dice il report europeo, anche la sicurezza dei giornalisti: è innegabile che l’ambiente sia diventato sempre più ostile. Nei primi sei mesi del 2024 ben 75 sono stati gli alert sull’Italia nella piattaforma del Consiglio d’Europa, di cui 47 collegati ad attacchi diretti nei confronti di giornalisti. La polizia, secondo il report, avrebbe registrato, nel 2023, 98 denunce di intimidazioni contro giornalisti. Ma si tratta solo della punta di un iceberg, perché non vengono conteggiate le querele temerarie, vera piaga dell’informazione italiana, sulla quale il report europeo punta decisamente l’indice. E’ necessaria una legge sulle Slapp, che nessun governo ha mai fatto, come da sempre denuncia Articolo21, e che l’Europa ci chiede con forza. L’ostilità nei confronti dei giornalisti è cresciuta ovunque e l’ennesima prova si è avuta nei giorni scorsi a Torino con l’aggressione del giornalista Andrea Joly da parte dei neofascisti.
Ma anche la normativa sulla diffamazione è indicata tra le criticità principali del sistema italiano: anche qui, da anni sindacato e organizzazioni per la libertà di espressione denunciano che in Italia esiste ancora nell’ordinamento giuridico il carcere per i giornalisti, una norma indegna di un paese democratico, che può diventare pericolosissima in caso di deriva antidemocratica delle istituzioni.
Il report Europeo dunque mette in evidenza tutto quanto la Federazione europea dei giornalisti e Articolo21 hanno sempre denunciato e chiede le riforme in senso liberale che le nostre organizzazioni hanno sempre reclamato a gran voce nelle numerose iniziative che Articolo21 ha organizzato in tutta Italia. Per il segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, Ricardo Gutierrez, “Questo report europeo conferma le nostre principali preoccupazioni sul deterioramento della libertà di stampa e del pluralismo in Italia e in Europa” e “Il rapporto rileva anche come il Governo si sia impadronito dei media pubblici. L’Italia è un caso particolarmente interessante perché rivela quanto rapidamente uno stato liberale possa diventare illiberale nel giro di pochi mesi”