Le organizzazioni partner della rete MFRR hanno inviato una lettera alla Presidente Metsola e alla Presidente von der Leyen per esprimere serie preoccupazioni sul declino della libertà dei media in Italia e portare all’attenzione delle istituzioni UE i risultati della recente missione di advocacy a Roma.
Di seguito il testo integrale e le firme delle organizzazioni aderenti.
Egregia Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola,
Egregia Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen,
Vi scriviamo per esprimere le nostre serie preoccupazioni sul declino della libertà dei media in Italia e per portare alla Vostra attenzione i risultati della nostra recente missione di advocacy, nella speranza che possiate sollecitare la prossima Commissione e il nuovo Parlamento ad affrontare urgentemente la questione.
Il Media Freedom Rapid Response – MFRR è un consorzio europeo che traccia, monitora e reagisce alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell’UE e nei Paesi candidati. Questo progetto offre supporto legale, advocacy pubblica, ricerca e informazione a tutela di giornalisti e professionisti dei media.
Lo scorso maggio, il consorzio MFRR ha condotto una missione urgente in Italia . La nostra delegazione ha esaminato tre questioni: l’interferenza politica senza precedenti nel servizio pubblico Radiotelevisione Italiana (RAI), le minacce legali da parte di membri del governo nei confronti di giornalisti critici e la potenziale acquisizione dell’agenzia di stampa AGI da parte del deputato Antonio Angelucci. I nostri rappresentanti hanno incontrato funzionari di diversi enti statali, giornalisti di varie testate, sindacati e parti interessate della società civile per discutere dell’erosione della libertà dei media in Italia. Purtroppo, il consorzio europeo non ha avuto l’opportunità di incontrare nessun rappresentante della coalizione di governo poiché tutte le richieste di incontro sono state rifiutate oppure ignorate.
La delegazione ha valutato che la RAI è attualmente oggetto di un livello crescente e senza precedenti di interferenza politica da parte dell’attuale governo, che causa una progressiva perdita di indipendenza del servizio pubblico. Sebbene la politicizzazione della RAI non sia un fenomeno nuovo, i colloqui con i giornalisti della RAI hanno confermato che i recenti sviluppi segnalano un livello di pressione mai sperimentato prima, una riduzione dell’indipendenza editoriale e un aumento del fenomeno dell’autocensura.
I cambiamenti all’interno del CdA della RAI dello scorso anno, dettati da volontà politica, uniti alla convocazione a scopo intimidatorio di Sigfrido Ranucci da parte della Commissione parlamentare di vigilanza sulle trasmissioni RAI nel 2023, nonché il più recente e improvviso annullamento del monologo antifascista dell’autore Antonio Scurati e la successiva cancellazione della trasmissione di Serena Bortone , giornalista che avrebbe dovuto ospitare Scurati, confermano la tendenza senza precedenti di censurare le voci indipendenti e critiche.
Nell’ultimo anno e mezzo, l’Italia ha registrato un aumento del numero di minacce legali formulate da personaggi pubblici di alto livello, con l’obiettivo specifico di mettere a tacere i critici del governo. In particolare, il mese prossimo sono previste due udienze per querele vessatorie avviate da esponenti di spicco dell’attuale governo: la prima udienza della querela per diffamazione penale avviata dalla premier Giorgia Meloni contro il quotidiano Domani e la quarta udienza della querela per diffamazione penale avviata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini contro lo scrittore italiano Roberto Saviano . In tale contesto, il disegno di legge sostenuto dalla coalizione di governo e volto a riformare le disposizioni in materia di diffamazione, noto come disegno di legge Balboni, non depenalizza la diffamazione e aumenta in modo sproporzionato le multe contro i giornalisti, disposizioni che sono in contrasto con gli standard internazionali ed europei sulla libertà di espressione.
Infine, la delegazione teme che l’acquisizione di una delle principali agenzie di stampa del Paese, l’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), da parte del deputato Antonio Angelucci – che già controlla diverse importanti testate – costituirà una minaccia per il futuro dell’indipendenza editoriale dell’AGI e ridurrà il pluralismo dei media nel paese.
La rete MFRR pubblicherà il rapporto finale della missione nelle prossime settimane. Il 17 maggio 2024, durante la nostra conferenza stampa a Roma, abbiamo presentato alcune raccomandazioni per sostenere le necessarie riforme che allineerebbero le disposizioni italiane agli standard internazionali e dell’UE sul pluralismo e la libertà di espressione:
- avviare una riforma complessiva della legislazione che regola l’emittente pubblica italiana, in linea con l’articolo 5 del Regolamento Europeo sulla Libertà dei Media;
- attuare una riforma delle disposizioni in materia di diffamazione, dando priorità alla depenalizzazione della diffamazione e alla riforma del codice civile. Tale riforma dovrebbe allineare la legge italiana alla Direttiva anti-SLAPP dell’UE, alla Raccomandazione anti-SLAPP dell’UE e alla Raccomandazione anti-SLAPP del Consiglio d’Europa, nonché agli standard internazionali sulla libertà di espressione;
- nel caso si concretizzasse l’offerta per l’acquisizione dell’agenzia di stampa AGI, le autorità di regolamentazione AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) dovrebbero condurre una valutazione approfondita e trasparente e considerare l’impatto sul pluralismo dei media, sull’indipendenza editoriale e sul conflitto di interessi, in conformità con il Regolamento Europeo per Libertà dei Media.
Esortiamo il Parlamento europeo e la Commissione europea a tenere conto dei risultati della nostra missione e a lavorare insieme per garantire che il prossimo Parlamento europeo e la prossima Commissione prestino la dovuta attenzione alla situazione critica in Italia e diano la giusta priorità alla protezione della libertà dei media in tutta l’UE.
Egregia Presidente von der Leyen, suggeriamo ai suoi servizi di integrare questi risultati nel Rapporto sullo Stato di diritto 2024, che dovrebbe essere pubblicato il 24 luglio. La libertà dei media è uno dei quattro pilastri dello Stato di diritto e Voi sapete meglio di chiunque altro quale sia la posta in gioco quando la libertà dei media non è garantita. Dobbiamo tutto questo non solo ai giornalisti e ai professionisti dei media in Italia, che si battono per il loro diritto e dovere di informare in modo indipendente e senza timore di indebite interferenze politiche, ma anche al diritto del pubblico di essere informato.
Confidiamo nel vostro impegno a favore di un panorama mediatico libero, indipendente e pluralista in Italia e in tutta l’Unione Europea. Il futuro della democrazia italiana dipende da queste premesse.
Firmato,
The European Federation of Journalists (EFJ)
Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT)
ARTICLE 19
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
International Press Institute (IPI)
(Nella foto la Presidente del Parlamento Roberta Metsola)
Da https://www.balcanicaucaso.org/