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Il dovere morale di mobilitarci per Assange il giorno del suo compleanno

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Mobilitarci ancora per Assange e farlo nel giorno del suo compleanno ha un valore particolare: ricordare a noi tutti che Assange è vivo e che sta di fatto scontando una terribile pena detentiva senza mai aver subito una condanna. Per questo noi non stiamo semplicemente chiedendo che Assange non venga estradato negli USA dove la sentenza di condanna è già scritta, ma stiamo chiedendo che venga liberato perché non ha commesso alcun reato. Non deve infatti sfuggire alla pubblica opinione che attraverso il formale rispetto di regole che sembrano poste a tutela della democrazia, nell’ambito di un quadro normativo liberale, nelle more della battaglia legale che viene portata avanti strenuamente per evitare l’estradizione, Assange viene di fatto punito da anni con il carcere duro. Non vogliamo svegliarci una mattina con la notizia della morte per “sfinimento” di Assange, come è accaduto per Navalny: le condizioni carcerarie nelle quali Assange è costretto in attesa di giudizio sono in sè una negazione radicale della dignità della persona, sono crudeli e degradanti e configgono con i principi costituzionali ai quali facciamo riferimento. Il Regno Unito in questo senso non ha meno responsabilità degli USA sul destino di Assange. Deve valere per Assange quello che è valso per Ilaria Salis: deve essere liberato e se per farlo lo si deve candidare in un qualche Parlamento, non è troppo tardi per pensarci. Il Regno Unito va al voto il 4 di Luglio, il giorno dopo il compleanno di Assange. Questo sì che sarebbe un bel regalo. E giusto persino .

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