Pubblichiamo l’intervento inviato ad Articolo21 da Marco Tarquinio, collega da sempre sensibile e impegnato contro la guerra e per l’immigrazione che si è candidato alle europee come indipendente nelle liste del PD
Ho accettato di candidarmi, da indipendente, alle elezioni europee nelle liste del PD.
Lo faccio da cittadino italiano, europeo e del mondo quale sono e mi sento. Lo faccio con fatica e speranza consapevole che il lavoro per la pace e contro ogni logica e pratica di guerra è un impegno più che mai urgente, soprattutto in Europa e dall’Europa. C’è da sovvertire, con umiltà e decisione, la deriva bellica potente e drammatica che è tornata a manifestarsi violentemente nel nostro tempo. La guerra è alle nostre porte, e purtroppo anno dopo anno abbiamo cambiato in peggio la NATO: superiamola e diamo vita a un nuovo sistema di difesa europeo che sia parte paritaria e non suddita di un’alleanza davvero e solo difensiva con gli Stati Uniti d’America. Non si fa in un giorno, ma meglio aver chiaro che in un giorno solo, con questa NATO, si può precipitare nell’abisso scavato dalla guerra di Putin.
C’è da resistere all’idea che la solidarietà sia un lusso che non possiamo permetterci. C’è da dimostrare che l’accoglienza e la cura delle persone sono il compito di ogni società. C’è da riaffermare la bellezza e la forza di costruire, condividere e di non fare mai a pezzi esistenze e città, giustizia e futuro, uguaglianza e libertà. C’è da custodire “la casa comune” la Terra che abitiamo e tutta la vita che contiene, seminando fraternità e preparando prospettive degne e migliori per le figlie e i figli.
Tutti dobbiamo fare la nostra parte. La storia, nei suoi piccoli e grandi fatti “siamo noi”. E la fede, gli ideali e le passioni civili e umane che illuminano e la indirizzano sono una visione e responsabilità, personale e comunitaria. È un momento cruciale per il nostro continente: partiti e leader di destra e estrema destra, che per anni sono stati contro l’Europa, si candidano a governare la UE. Anzi a smontarla.
Dobbiamo perciò rilanciare un’idea forte e federale di Europa attraverso azioni e leggi concrete. Otto norme su dieci di quelle che regolano la nostra quotidianità ormai nascono in Europa e da lì discendono negli ordinamenti nazionali anche se i governi sovranisti, come quello italiano di destracentro, cercano di fermare le più scomode.
Non è un caso che venga osteggiata dal governo Meloni la legge europea per la libertà dei media, (EMFA) che istituisce un quadro comune nell’ambito della UE per proteggere dalle ingerenze dei poteri politici ed economici i giornalisti e garantire indipendenza e pluralismo nei media, anche e soprattutto nelle emittenti pubbliche come la Rai. Per questo chiedo di sostenermi: per politiche europee che mettano al centro la Pace, la Solidarietà e la Cura delle persone con tutti i diritti e i doveri correlati. È questa la via per progredire finalmente verso un’Europa giusta.