Se è vero, e non abbiamo motivo di dubitarne, ciò che ha dichiarato Massimo Giannini a Otto e mezzo, ossia che gli è stata notificata una querela alle 4 di notte, mentre si trovava nella sua camera d’albergo, per alcuni pareri espressi in merito all’attuale Governo, siamo di fronte a un salto di qualità nella strategia repressiva in atto. Trattare un fior di giornalista come se fosse un narcotrafficante, svegliandolo nel sonno per fargli presente che sarà chiamato a rispondere in Tribunale delle sue affermazioni, costituisce infatti un monito rivolto a coloro che non si chiamano Giannini e non hanno gli stessi mezzi, economici e mediatici, per difendersi.
Non possiamo che esprimergli solidarietà e affetto, a nome della nostra associazione e di tutte e tutti coloro che credono ancora in una certa idea di giornalismo, di politica e di convivenza civile. Già è grave questo continuo ricorso alle querele; il fatto che vengano rese note in questo modo ci pone in allarme per ciò che sta accadendo e per ciò che potrebbe accadere d’ora in poi.
Non si chiamerà fascismo, ma sicuramente siamo al cospetto di una pericolosa svolta orbániana che, a quanto pare, va benissimo anche a un’Unione Europea ormai in guerra con se stessa e con la propria ragion d’essere.
(Tavola di Alekos Prete)
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