Si intitola “Il rinnovo del CdA della Rai alla luce del regolamento europeo dei media di servizio pubblico” l’incontro che si terrà giovedì 2 maggio a Roma, alla Camera (in via della Missione 4 a Montecitorio) alle 13. E’ promosso dall’Associazione Articolo 21, Slc-Cgil, Usigrai, Rete No Bavaglio, Infocivica, TvMediaWeb. Introducono i lavori Elisa Marincola, Giulio Enea Vigevani, Vincenzo Vita, Roberto Zaccaria. Saranno presenti i ricorrenti che sulla proceduta di nomina dei Consiglieri Rai hanno presentato ricorso al Tar, tra cui tre persone del mondo Rai, Nino Rizzo Nervo, Stefano Rolando e Patrizio Rossano, oltre all’avvocato Giovanni Pravisani.
“Il sistema di nomina dei componenti del CdA Rai -si legge in una nota diffusa oggi- contenuto nell’art.63 del Tusma, presenta infatti profili di illegittimità in ordine ai criteri adottati, non rispettosi delle ‘procedure di selezione’ imposti dalla legge e profili di costituzionalità rispetto alle precise indicazioni della sentenza n.225 del 1974 della Corte Costituzionale. La Consulta ha detto con grande chiarezza in quella sentenza che gli organi direttivi del servizio pubblico non devono essere ‘costituiti in modo da rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante, del potere esecutivo e che la loro struttura sia tale da garantirne l’obiettività'”.
Questo sistema si pone ora “anche in violazione del recente Regolamento Ue 2024/1083 denominato European Media Freedom Act (EMFA), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 17 aprile 2024, il quale prevede: che gli Stati membri ‘istituiscano garanzie giuridiche efficaci per il funzionamento indipendente dei fornitori dei media di servizio pubblico in tutta l’Unione, senza che siano influenzati da interessi governativi, politici, economici o privati’ e che ‘i membri del Consiglio di Amministrazione dei fornitori dei media di servizio pubblico [siano] nominati in base a procedure trasparenti, aperte, efficaci e non discriminatorie e su criteri trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati stabiliti in anticipo a livello nazionale. La durata del loro mandato è sufficiente a garantire l’effettiva indipendenza dei fornitori di media di servizio pubblico (art. 5)'”. (segue)
Scopo di promotori e ricorrenti è ‘ripristino di legalità costituzionale’
Lo scopo dei promotori del ricorso al Tar e dei ricorrenti è quello di “consentire un ripristino della legalità costituzionale in questo delicato sistema di nomina e di anticipare l’adeguamento al regolamento dell’Unione Europea (EMFA) in modo tale che gli organi di vertice della Rai, che stanno per essere formati, non si vengano a trovare in una situazione di illegittimità anche nei confronti delle norme europee”.
All’incontro sono invitati giornalisti, rappresentanti dei partiti, dei sindacati, e delle associazioni e dei movimenti interessati al futuro del Servizio Pubblico radiotelevisivo.
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