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Ignorare Gramsci e inventare una ‘dittatura comunista’

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Ma fin dove può arrivare la distorsione narrativa nel tentativo di raccontare una storia diversa dei 79 anni di democrazia dopo la Liberazione dal Nazifascismo? La demagogia e la propaganda non dovrebbero offendere l’intelligenza di chi ha vissuto e continua a vivere la più recente storia d’Italia. Invece a volte si rimane basiti, nemmeno indignati.

Questa volta ci ha pensato il ministro della cultura Sangiuliano a provvedere, con una sortita ancor più sorprendente di quella confessata quando, da giurato del premio Strega, ammise candidamente di non aver letto i libri in concorso.

Oggi su Repubblica è comparsa una sua intervista. Essendo l’87’ anniversario della morte di Antonio Gramsci mi sarei aspettato, da cittadino, da amante della storia, che il ministro, per competenza di settore, ricordasse quel ’cervello che non doveva più funzionare’ – secondo il Tribunale speciale del fascismo che lo processò – e che venne tenuto in prigionia fino alla morte.

Invece no. Con sbalorditiva effervescenza ricostruttiva Sangiuliano è arrivato ad affermare che sì, è vero, che in Italia c’è stata una dittatura fascista e che oggi egli si può autodefinire antifascista, ma che non si può negare che in Italia ci sia stata anche una dittatura comunista.

Ora, forse ha confuso i lunghissimi anni di governo democristiano, di pentapartito, socialista e finanche di Berlusconi, ma è difficile pensare che abbia assistito alla formazione di qualche tribunale speciale che abbia processato anticomunisti. Certo, non lui, visto che la bandiera rossa o la falce e il martello dominanti nella sua fantasia non gli hanno impedito di diventare direttore del Roma, poi di Libero, del Tg2, quindi vicedirettore del Tg1, fino ad ottenere un prestigioso dicastero.

Ma evidentemente tutto questo conta poco rispetto alle falsità dichiarate e che comunque possono far presa emotivamente.

Posso concludere dicendo che mi vergogno, da cittadino italiano, di essere rappresentato da un falsario storico che, per altri versi, non è diverso da chi pervicacemente rifiuta di dichiararsi antifascista e cerca in tutti i modi di ridurre a una data storica qualunque, da archiviare, la liberazione dal nazifascismo?


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