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La lapide di Goffredo Varaglia luogo per “speakers’ corner”

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Il Circolo Articolo 21 Piemonte ha scelto la lapide di Goffredo Varaglia in Piazza Castello a Torino come spazio pubblico e megafono per oratori. Il primo appuntamento si è tenuto ieri  pomeriggio (sabato 13 aprile 2024) dalle 15, con la partenza davanti al Comune (Palazzo di città) e poi con un corteo – accompagnato dalla musica della violinista Nadia Bertuglia – sino alla lapide di Varaglia, in Piazza Castello.

“Contro i «bavagli» alla Costituzione italiana il Circolo Articolo 21 Piemonte (referente dell’associazione nazionale Articolo 21 liberi di…) ha deciso di eleggere a «domicilio» la lapide che ricorda Goffredo Varaglia situata in piazza Castello a Torino – ha ricordato ieri in piazza il presidente del Circolo Articolo 21 Piemonte, Davide Mattiello – trasformando così questo luogo di memoria e di valore civile in «speakers’ corner», uno spazio pubblico come megafono per oratori, partendo dall’esempio nato presso l’Hyde Park di Londra”.

A evento concluso ha rilevato: “Non ci faremo scoraggiare! Ecco, questo potrebbe essere il messaggio col quale sintetizzare la bella manifestazione di ieri pomeriggio a Torino in Piazza Castello, contro i ‘bavagli’ alla Costituzione, nel segno di Goffredo Varaglia.
E’ stato il giovane e bravissimo Luca Sardo dei Friday For Future a suggerire a tutti e tutte noi la cifra culturale del nostro impegno quando ha stigmatizzato le politiche del Governo Meloni indirizzate a colpire l’esercizio legittimo del dissenso civile dicendo: “Ci vogliono scoraggiare”. E’ vero: per gli eredi-al-quadrato (del Duce e di Berlusconi) la partita si vince, per dirla con i musicisti, in ‘battere’ ed in ‘levare’, ove per “battere” si intenda la sistematica occupazione di ogni nodo di potere istituzionale e para istituzionale (dalla Rai alle Forze Armate) e per ‘levare’ si intenda la consumata capacità di spaventare chi potrebbe contendere la narrazione pretesa a reti unificate dalla comandante in capo. Spaventare i giornalisti ed i ficcanaso, spaventare i magistrati, spaventare i giovani che non ci stanno. Per questo è stato e sarà importante tornare in piazza, uscire dalle stanze di convegni e seminari ed accettare la sfida del popolo, anzichè la rassicurante presenza di un pubblico (già convinto). Forza! Non ci faremo scoraggiare. Ci ritroveremo in piazza!”.

Goffredo Varaglia, pastore valdese, pagò con la sua vita la scelta per la libertà d’espressione e di credo subendo pesanti torture e infine il rogo in pubblica piazza; venne infatti impiccato e arso il 29 Marzo 1559 in piazza Castello.

Secoli dopo, nel 1848 da una Sala poco distante, Re Carlo Alberto promulgava lo Statuto Albertino che riconosceva la libertà di civili a Valdesi ed Ebrei.

Cento anni dopo, nel 1948, entrava in vigore la Costituzione repubblicana che, proprio con l’articolo 21, sancì la libertà di espressione, “un fondamentale attributo della libertà individuale sulla quale è edificata la Repubblica nata dalla Resistenza al nazi-fascismo – ha ricordato sempre ieri alle persone intervenute in piazza Mattiello –. Nel tempo che viviamo – ha proseguito – è in atto un progetto che punta a restringere il campo della libertà di espressione e a indebolire i contrappesi democratici all’esercizio del potere esecutivo: la libertà che è stata conquistata a caro prezzo ed è un bene comune da custodire”.

Davanti alla lapide si sono alternate le testimonianze di Armando Spataro, già procuratore delle Repubblica di Torino, Elena Ciccarello, direttora de La Via libera, Alessandro Rocca, giornalista, scrittore e referente di ResQ, Elena Miglietti, giornalista docente presso la Scuola Holden e referente piemontese di Giulia giornaliste e Luca Sardo, referente torinese di Fridays for future (Fff).

L’incontro pubblico coordinato da Mattiello e si è aperto con la lettura del recente comunicato diramato dall’USIGRai, il sindacato dei giornalisti Rai, letto da Gian Mario Gillio (portavoce del Circolo Articolo 21 Piemonte).

Un incoraggiamento all’iniziativa è giunto dalla pastora valdese di Torino, Maria Bonafede (già moderatora della Tavola valdese – Organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi): “Credo che all’iniziativa promossa dal Circolo Articolo 21 Piemonte – meritoriamente dedicata alla figura di Goffredo Varaglia – ci accomuni il desiderio di muoversi nello spazio pubblico con trasparenza e con senso di responsabilità nella ricerca continua della giustizia e della verità. Poi, l’interesse per il bene comune”,  ha detto Bonafede al settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi Riforma – Eco delle valli valdesi.

Il coordinatore nazionale dei circoli regionali di Articolo 21, Giuseppe Giulietti ha ricordato che “il Circolo regionale del Piemonte è stato certamente uno tra primi presidi regionali ad aver colto l’urgenza dell’azione, scendendo in piazza, radunando persone intorno ai valori comuni della Costituzione, della legalità, della libertà di stampa, della giustizia, esprimendo l’educato e civile dissenso contro ogni forma di bavaglio e di censura”.

Gli interventi di ieri non hanno dimenticato temi e figure importanti: da Matteotti (ricordato da Mattiello) a Julian Assange (Armando Spataro) e, per citarne dolo alcuni, Vittorio Arrigoni, Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Andy Rocchelli, Pippo Fava (Elena Ciccarello). Si è parlato di pace e di guerra, di lavoro precario, dell’importante ruolo delle donne nell’informazione (Elena Miglietti), nella vita e nella politica; di rifugiati e migranti e di diritti umani (Alessandro Rocca), del diritto alla salute e all’istruzione (traccia condivisa negli interventi) e di salvaguardia dell’ambiente (Luca Sardo).

Insomma, è stato un buon esercizio democratico – sotto un sole cocente e una temperatura anomala. Una fatica, ripagata dal consenso ottenuto.

(Fotografie e video degli interventi sono disponibili sulla pagina Facebook del Circolo Articolo 21 Piemonte).


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