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Verità e giustizia per Ousmane Sylla, suicida al Cpr di Ponte Galeria e vittima del sistema spietato dell’accoglienza

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Verità sulla morte di Ousmane Sylla, il ragazzo di 22 anni che si è suicidato nel Centro di Prima Accoglienza di Ponte Galeria il 4 febbraio scorso. Adesso è in corso una raccolta di fondi per consentire alla famiglia di riportare il corpo a casa come lui aveva chiesto. Su un muro del Cpr Ousmane Sylla ha lasciato scritto “Riportate il mio corpo in Africa affinché riposi in pace” prima di togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo. Poteva essere salvato quel ragazzo? Ed è stato davvero la prima vittima del nuovo sistema dell’accoglienza che rinchiude le persone sine die in strutture dove la vita è così precaria? A Ponte Galeria Ousmane Sylla era arrivato dopo un lungo peregrinare: era sbarcato a Lampedusa alla fine di luglio del 2023 con l’obiettivo di raggiungere il fratello in Francia. Invece finisce in una struttura per minori a Sant’Angelo in Theodice, una frazione di Cassino, un posto dove non si trova bene, denuncia maltrattamenti e arriva a denunciare la sua situazione in una plateale protesta durante il consiglio comunale di ottobre 2023. Sulla struttura, come riporta Fanpage, sono in corso verifiche amministrative e attualmente è chiusa. Da Cassino Ousmane Sylla andrà prima a Trapani e poi al centro di Ponte Galeria, dove a febbraio si uccide. Ricostruire le ultime ore, le ultime settimane di questo ragazzo significa restituire  verità e giustizia alla sua famiglia, nonché accendere finalmente i riflettori sui Cpr e i centri di accoglienza per minori non accompagnati (Ousmane Sylla aveva dichiarato di avere meno di 18 anni). Al momento è stata aperta un’inchiesta per istigazione al suicidio e si spera che da questa indagine si possa ricostruire la “filiera” dei maltrattamenti subiti, denunciati ma, in definitiva, ignorati.
(Foto da Labaro tv)


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