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“No signal”, che ci facciamo qui! La difesa della Costituzione nell’incontro di Cgil e Articolo 21

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“Il bene prezioso dell’informazione va di pari passo alla dignità del lavoro, all’inclusione”. Il segretario nazionale della Slc Cgil Riccardo Saccone chiude così l’intervento di apertura all’incontro “No signal”, l’incontro presso il centro congressi Frentani sul lavoro e la libertà di stampa voluto da Slc Cgil, Cigl e Articolo 21. saccone ha fatto plurimi riferimenti al Media Freedom Act che dice chiaramente qual è “l’importanza del diritto dei cittadini ad essere informati” e la necessità di mantenere la tutela delle fonti. Parole importanti soprattutto se lette  nel contesto dell’attacco al Domani per le notizie pubblicate e ora definite, del tutto impropriamente “dossieraggio”. Il moderatore dell’incontro Vincenzo Vita in apertura dei lavori aveva sottolineato la necessità di tenere alta la guardia sui tentativi di mettere i bavagli all’informazione in Italia e di abbassare le tutele dei lavoratori che garantiscono l’informazione in Italia. Tra i primi interventi quelli di Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21. “Sono molto preoccupato dalle parole del Presidente della Repubblica. – ha detto Giulietti – Se in due giorni Mattarella ha sentito il bisogno di precisare i valori costituzionali della libertà di manifestare e di informazione, chi siamo noi per stare un grado sotto?  Si è capito che siamo davanti ad un attacco al pensiero critico e alla libertà e ora più che mai è necessario ribadire l’essenza della Costituzione antifascista”.
Particolarmente significativa la testimonianza di Sigfrido Ranucci che ha sottolineato come negli ultimi anni si sia tentato di delegittimare le fonti giornalistiche. “Ci sono state addirittura sentenze del Tar che hanno imposto di consegnare materiale di un’indagine in corso! Poi il Consiglio di Stato di ha messo una pezza. Assurdo adesso si parla di dossieraggio per i colleghi del Domani ma di dossieraggio non vi è traccia ed è assurdo che ne parlino politici che hanno fatto parte di Governi che i dossier li hanno fatti davvero. Dossier falsi, veicolati da politici, sono stati fatti contro la redazione di Report, dossier con falsi clamorosi per delegittimare il lavoro della redazione di Report”.



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