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“L’importanza del giornalismo per la democrazia”. Il messaggio importante del Capo dello Stato nell’incontro con la Casagit

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Per il Quirinale l’informazione è presidio imprescindibile, contropotere che bilancia ogni tentativo di contrazione o compressione degli spazi del dibattito pubblico. «La libertà di stampa — scandisce Sergio Mattarella davanti ai vertici della Casagit — è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia, e vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti». Sono concetti che pesano, tanto più perché consegnati ad una categoria che si fa sentire perché preoccupata dalla “legge bavaglio”. Sul punto, il Capo dello Stato non si esprime. Ma chiarisce il suo approccio nel passaggio successivo. «Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa». Significa che permetterne la pubblicazione in Gazzetta ufficiale non significa avallarne il contenuto. Che il compito del Capo dello Stato si limita a vagliare l’eventualità che una norma sia manifestamente incostituzionale. Ma vuol dire pure che gli appelli a bloccare una legge — ne sono arrivati diversi, anche dai cronisti per la nuova norma sulla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare — non sono rivolte all’interlocutore giusto. Perché non è più in vigore lo Statuto Albertino e «il Presidente non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere». Perché «quando promulga una legge, non la fa propria, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere».


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