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Colpire un giornalista è un crimine, Articolo 21 in piazza con Amnesty il primo marzo

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“Nel conflitto in corso tra Israele, Gaza e Libano si registra il più alto numero di vittime tra giornalisti e operatori dei media in un periodo di tempo così breve”. Lo denuncia il Commitee to Protect Journalists (Cpj), una organizzazione indipendente statunitense che difende la libertà di stampa ed i diritti dei giornalisti in tutto il mondo. In particolare il Cpj denuncia gli attacchi indiscriminati che non distinguono tra civili e combattenti di Hamas e la sistematica distruzione di uffici e strutture dei media palestinesi a Gaza. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti mette in luce una strategia di attacco dell’esercito israeliano contro i giornalisti e le loro famiglie, di minacce delle autorità ai reporter palestinesi che sono gli unici in questo momento a tenere accesa la luce dell’informazione su una guerra che si consuma nella mancanza di notizie dal campo.
Articolo 21 sarà a largo Argentina, il primo marzo alle 11, al fianco di Amnesty International per chiedere il cessate il fuoco e denunciare che colpire intenzionalmente un giornalista al lavoro è un crimine di guerra.
Il buio della ragione non può nascondere il diritto di informare ed essere informati.


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