BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Compagne di classe

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Una vita. Dentro la vita…una vita poco fa. A parlare, a ridere, piangere, a sorridere e a cantare. Momenti, ore, giorni, anni e anni passati d’un soffio. Volati. Evanescenti. Indelebili. Un pó scordati. Come refrain di vecchie canzoni dimenticate tornano in mente, irrompono e girano. Girano nella testa sino a cantarle e ricantarle. Un film. S’intrecciano fotogrammi di ieri e di oggi. D’improvviso non è più. D’improvviso le rivedi, le ritrovi, le riguardi nel come eravamo, le riabbracci come un tempo con nuovo sguardo, le conti e chissà perché fai l’appello. Sono qui. Nel registro di classe presenti. D’improvviso le assenze…l’assenza ingiustificata. Ingiustificabile. Tuffi gli occhi nei ricordi e nuoti all’indietro. Indietro. Indietro quasi tutta. Riapri il registro di classe. Ieri  oggi..momenti che quasi si toccano. Indimenticabili compagne di classe. Restano con te. Sempre. Non le vedi più. Le rivedi a seconda. Talvolta. Quasi mai. Quasi sempre. Sbiadita qualcuna, offuscata, vivide tutte. Tutte con te e non sai se sono nella mente, negli occhi, nel cuore, nel registro dei ricordi o semplicemente solo e sempre con te. E ora ti accorgi di quanto sia forte l’assenza. Di quanto siano indelebili e forti i legami tra compagne di banco, tra compagne di classe. I nomi a memoria. A memoria come s’era sedute nei banchi. I fram si inseguono. Si compongono pezzi di storie e si scompongono come puzzle. Grembiule nero e colletto bianco. Compiti a casa copiati al mattino. Ripetizioni mai studiate e barzellette osé del professore di latino. Gli impreparati, il buon voto, il silenzio per i compiti in classe e il chiasso assordante per distrarre quello di matematica così da farti leggere le formule nel palmo della mano. La professoressa di filosofia ci parlava col lei e ci sembrava così strano. Le sigarette un tiro per una e le merende divise a morsi. Mani strette ed un rosario di preghiere per scampare l’ interrogazione. Era il secolo passato. Cecco Angiolieri nelle note di De André, il 68, la scuola occupata e le canzoni stonate. Marx, i tazebao, Marcuse, Sartre la sua e nostra Simon De Beauvoir e i libri messi all’indice letti di nascosto sotto il banco. Niente wa. Antalgil per il mal di pancia. I ragazzi con la vespa sotto scuola e il jubox che suonava “30 60 90”, Tous les garçons et les filles” e “Je t’aime moi non plus” mentre andava l’ultima ora di lezione. L’estate al mare. I bagni giù al porto nel blu cobalto sino al 4 ottobre e poi di nuovo insieme a scuola. Mai perse di vista. Nel cassetto le foto in bianco e nero con dietro firme, dediche, arrivederci e date degli anni scolastici. Compagne di classe mai dimenticate. Tutte in petto. Care. Indimenticabili. D’improvviso suona la campana. È un’assenza pesante. Ingiustificabile. L’assenza di una compagna di classe! Negli occhi umidi i colori degli anni trascorsi e il grigio del tempo. Va via una indimenticabile cara insostituibile compagna di classe amica di un dolce tempo che fu. 


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