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Operai morti a Firenze, la Cgil denuncia: assunti come metalmeccanici. L’effetto “indesiderato” degli appalti a ribasso

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Erano stati assunti come metalmeccanici i quattro operai morti nel crollo del cantiere a Firenze. E’ questa l’ipotesi che si sta facendo strada nelle ultime ore, dopo il terribile incidente di Firenze. Sono diventati quattro gli operai morti nel cantiere di via Mariti, aperto per la costruzione del nuovo supermercato Esselunga, nella zona nord di Firenze. Altri  sono stati estratti vivi dalle macerie e sono “in condizioni molto, molto gravi, ma coscienti”, secondo quanto riferito dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Si cerca intanto di capire qualcosa di più sulla dinamica dell’infortunio. In base alle prime ricostruzioni a cedere sarebbe stata una delle grandi travi portanti del tetto con sopra il solaio della struttura commerciale. Dure le dichiarazioni dei sindacati. In particolare il segretario generale della Fillea Cgil, Marco Carletti, ha dichiarato a Collettiva: “Le prime informazioni che abbiamo è di una compressione dei costi nell’area del subappalto, tanto è vero che sembrerebbe che ad alcuni dei lavoratori coinvolti sia applicato il contratto metalmeccanico, che non è un fatto di dettaglio ma di sostanza: perché col contratto edile per poter lavorare bisogna essere formati obbligatoriamente da soggetti abilitati. Con il contratto metalmeccanico non solo si risparmia enormemente, ma si superano tutti i sistemi di controllo previsti contrattualmente. Il Durc non è più come gli altri. Se confermato questo, è già un fatto di illegalità o di elusione della legalità”.
Quella di Firenze è una tragedia inaccettabile che si ripete dentro la logica del subappalto e degli appalti al massimo ribasso che deve essere contrastata a livello nazionale per questo proporrò per la prossima settimana anche agli altri sindacati un’iniziativa generale”. Queste le parole del segretario della Cgil, Maurizio Landini a margine di un convegno all’Università di Pisa.
“Ci troviamo di fronte ad una tragedia che poteva essere evitata e sono finite sotto il cemento armato persone che oggi non torneranno a casa. Dagli accertamenti che stanno svolgendo le autorità competenti le vittime sembrerebbero lavoratori a cui veniva applicato il contratto di metalmeccanici ma che non stavano svolgendo lavori da metalmeccanici ma lavori edili, quindi se fossimo davanti a questa cosa ci troveremmo di fronte al fatto che si utilizza un contratto che ha un costo minore per garantire poi dopo la possibilità a chi prende il subappalto di risparmiare. Queste sono verifiche che sono in corso d’opera: io credo che questa cosa sia di una gravità inaudita in una Firenze troppo spesso assopita da altre vicende mentre invece nel mondo reale si muore di lavoro sul lavoro. Le persone vanno a lavorare per vivere non per morire”, ha detto Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil Firenze Prato Pistoia.



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