Sono stata immediatamente bloccata da funzionari di PS che mi hanno vietato di diffondere il giornale ed alla mia richiesta di una motivazione a questo divieto, la risposta è stata “perché non può farlo”. Mi è stato anche chiesto di esibire il tesserino di giornalista, cosa che ho fatto senza problemi, ma poi sono stata diffidata dal filmare il dialogo con la dirigente Digos pervenuta, ma ho asserito che stavo documentando un fatto (il non rispondere con motivazioni coerenti al loro divieto di distribuire i volantini in un luogo pubblico) e quindi ritenevo di agire come diritto di cronaca; d’altra parte c’era anche un funzionario di polizia che filmava il tutto. Ho poi messo in borsa i volantini rimasti ed ho deciso di entrare per assistere alla cerimonia, ma mi è stato impedito anche questo, dicendo che non potevo volantinare all’interno e che dovevo consegnare i volantini ai funzionari di polizia per poi riaverli all’uscita. Ritenendo arbitrario questo modo di agire, mi sono rifiutata di consegnare le copie, ho fatto le mie rimostranze e mi sono allontanata dall’ingresso, sono uscita dalla zona sottoposta ad ingresso contingentato ed ho ripreso a distribuire i volantini alle persone che stavano facendo la fila per entrare, spiegando a chi lo riceveva che mi era stato vietato di dare il documento nella zona davanti all’ingresso. A quel punto altri funzionari di ordine pubblico sono intervenuti per diffidarmi dal distribuire il giornale anche nel posto in cui mi trovavo, al di fuori, come ho detto sopra, del perimetro in cui vigevano i controlli di polizia.
Considerando che il titolo del numero speciale era “27 gennaio: sia ancora memoria dell’antifascismo”, quindi in totale rispetto e coerenza con la Carta costituzionale, trovo questo modo di agire arbitrario ed inconcepibile, proprio nell’occasione in cui venivano ricordate le vittime dei campi di sterminio nazifascisti”.
(foto RaiNews24)