L’informazione italiana è più povera. Sono state chiuse le sedi fisiche delle redazioni decentrate della Gazzetta del Mezzogiorno, le due lucane (nonostante la FNSI e Assostampa avessero chiesto di mantenere almeno un presidio a Potenza) e tutte quelle pugliesi fatta eccezione per Bari.
Oltre 40 giornalisti e 30 poligrafici vanno in cassa integrazione a 0 ore per un anno e poi scatterà il licenziamento nel 2025.
La chiusura è stata decisa dalla nuova proprietà, il gruppo editoriale Edime, allo scadere della clausola di due anni di mantenimento dei livelli occupazionali.
Il giornale aveva ripreso le sue pubblicazioni il 19 febbraio 2022 proprio con l’arrivo dei nuovi editori al termine di una annosa vertenza cominciata con il sequestro dei beni ai danni dell’ex editore siciliano del quotidiano, Mario Ciancio Sanfilippo.
Con oggi si limita, e non poco, la Storia dell’informazione del Mezzogiorno, si mortifica il lavoro di tante colleghe e tanti colleghi che per decenni hanno raccontato il sud. E, in un’epoca in cui la rete richiede e consente di offrire un maggiore spazio al racconto puntuale dei territori, proprio quei territori vengono svuotati e rischiano di essere dimenticati.