Bologna. Il momento, certo, non è dei migliori, anzi una crisi così grave neanche ai tempi della guerra del Golfo, con una preoccupante moria di gallerie un po’ in tutta Italia, ma l’appuntamento con Arte Fiera a Bologna in programma, come da tradizione l’ultimo week end di gennaio, quest’anno dal 25 al 28 gennaio, resta comunque ineludibile. Perché, pur non essendo più come una volta l’unica manifestazione del settore , incalzata da anni dal Miart di Milano ( a primavera ) e soprattutto da Artissima a Torino ( a novembre ) è comunque il più importante momento di incontro per i galleristi, i collezionisti e gli editori italiani per quanto riguarda l’arte moderna , quella del secolo scorso, e contemporanea. Una rara occasione, soprattutto per i giovani artisti, di avere una loro visibilità, e anche un riconoscimento come i premi Euromobil e Furla under 30
Quest’anno , poi, alla sua 37 edizione , c’è anche il cambio della guardia con due nuovi direttori Claudio Spadoni per l’arte moderna e Giorgio Verzotti per quella contemporanea, che hanno di molto snellito gli eventi collaterali e optato per una edizione quasi tutta riservata, al contrario delle più recenti edizioni, agli artisti italiani. Come atto di rivendicazione di una qualità per nulla inferiore agli artisti europei o statunitensi, ma senza un adeguato riconoscimento a livello commerciale. Fatti salvi De Chirico, Boccioni e Morandi; i paladini dell’arte povera , come Merz o Penone e quelli della Transavanguardia come Cucchi o Paladino, e, per le generazioni più recenti, Cattelan ( che non figura nell’elenco dei partecipanti ) e Vezzoli.
Si vedrà , a fiera conclusa, se questa strategia si rivelerà vincente. Le gallerie che espongono sono 130, presenze consolidate come Forni di Bologna ; Lia Rumma e Blu di Milano; Torbandena di Trieste ; Tornabuoni di Firenze o la Galleria dello Scudo di Verona, il cui direttore , Massimo Di Carlo è anche presidente dell’Associazione Nazionale delle Gallerie d’Arte Moderna. In più uno spazio riservato a quelle giovani come “Bianca” di Palermo . Del resto in tempi di crisi le scelte sono due : o attenersi al collaudato come i vari Fontana, Burri e Licini o scommettere sui giovani come Flavio Favelli ed Elisabetta Novello.
La crisi del mercato, oltre alle cause generali ? Tra Iva ( al 21 % che potrebbe arrivare al 22% come per i generi di lusso); tasse di importazioni delle opere al 10 % ; diritto di seguito, ovvero la percentuale che spetta all’artista per ogni vendita successiva alla prima, il 56,7 % se ne va in tasse.
Questo per il gallerista. Per il collezionista il nuovo incubo si chiama redditometro. Che questo sia un obiettivo sensibile lo dimostrano le frequenti ispezioni della Guardia di Finanza sia alle singole gallerie che alle manifestazioni quali la fiera di Bologna.
Date queste premesse difficile ipotizzare che il 2013 sia, almeno in questo settore, l’anno della ripresa